agedi onlus

CHI SIAMO

PROGETTI

NOTIZIE

HANDYWEB

FORUM LINK CONTATTI AGENDA

 

Agedi News


Versione Web


Registrazione n. 6/2001 - Tribunale di Reggio Calabria


Direttrice Responsabile: Paola Suraci


Cliccando su "Agedi News" potrai sfogliare il n. 1 del notiziario dell'Associazione in formato*.pdfDownload ultima versione di ACROBAT READER

E' richiesto il programma Acrobat Reader 5.0 


 

 

 

 

Gennaio 2002 

 

 

 

29 gennaio - Venezia - Riceviamo e volentieri pubblichiamo - L'ULTIMO PONTE - di Carlo Giacobini
   Usciamo per una volta dalle abituali modalità di comunicazione del nostro Centro per segnalare un fatto di notevole gravità. Il Corriere della Sera, nell'edizione oggi in edicola, con un ottimo
articolo del bravo Gian Antonio Stella segnala una vicenda che interessa Venezia e la sua accessibilità. Verrà realizzato un ponte moderno, firmato dal grande architetto Calatrava, che collegherà la stazione ferroviaria (accessibile) a piazzale Roma, punto di arrivo di autobus (accessibili), vaporetti (accessibili) e sede del garage comunale (accessibile e con posti riservati ai disabili.
   La Commissione di salvaguardia ha approvato il progetto, bocciando l'impiego di servoscala ("perché antiestetiche") e di altre soluzioni che permettano a persone disabili o anziane di superare quel ponte. Il Sindaco di Venezia si è giustificando affermando che la Giunta "fa
mille cose per i disabili".
   Il fatto è gravissimo per una serie di ragioni: giuridiche, culturali, simboliche oltre che, come abbiamo visto, pratiche. 

   Giuridiche: non si era detto che lo Stato e gli enti pubblici non possono erogare contributi o agevolazioni per la realizzazione di progetti che non prevedano l'accessibilità per le persone disabili? (art. 32 co. 20, Legge 28 febbraio 1986, n. 41). 

   Culturali: Venezia non è stata forse dichiarata un patrimonio artistico appartenente all'umanità? E le persone anziane e disabili non sono forse parte dell'umanità? Quel ponte rimarrà nel tempo come la traccia del XXI secolo, della cultura e dell'agire delle persone che ci hanno vissuto, persone attente all'estetica ma non ai più deboli.
   Simboliche: il ponte è il simbolo dell'unione. Dell'unione fra popoli, culture, realtà. E' l'archetipo del superamento degli ostacoli. E' talmente carico di significati da essere scelto come motivo conduttore delle banconote Euro. Non può essere quindi il simbolo dell'esclusione.
   Riteniamo che non si possa rimanere in silenzio di fronte ad una così grave disattenzione ed invitiamo tutte le persone di buona volontà, le associazioni dei disabili e qualsiasi organismo che opera in ambito sociale a far sentire il proprio dissenso. 
   Per utilità riportiamo il numero di fax della Segreteria del Sindaco di  Venezia ( 041.5200782 ) e l'indirizzo email sindaco.costa@comune.venezia.it .
   Invitiamo inoltre a garantire la massima diffusione al presente messaggio inoltrando ad altre persone, associazioni, enti potenzialmente interessati.
   Riportiamo di seguito il testo dell'articolo di Gian Antonio Stella cui va tutto il nostro apprezzamento.
   Cordialità.

Carlo Giacobini - Centro per la documentazione legislativa - Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare - Direzione Nazionale - http://www.handylex.org

*   *   *

Da "Il Corriere della Sera" del 25 gennaio 2002
Sì alla nuova opera sul Canal Grande. Ma senza i "servoscala" perché
"sciuperebbero l'estetica"
VENEZIA, UNO STUPENDO PONTE DI VETRO. VIETATO AI DISABILI di GIAN
ANTONIO STELLA


   Passi per quello di Rialto: 412 anni fa neanche a quel bastian contrario di Marcantonio Barbaro, che pignoleggiava su tutto, sarebbe venuto in mente di piantar grane sugli scalini. Passi per quelli dell'Accademia e degli Scalzi: neppure gli austriaci un secolo e mezzo fa erano sensibili ai problemi dei disabili. Ma oggi? Possibile che neppure nel Terzo Millennio il Canal Grande possa essere scavalcato da un ponte alla portata dei disabili in carrozzina? Ecco il tema: conta più l'estetica della dignità umana? Il "Martellatore Civico", quel Natale Marzari che alcuni anni fa, affetto da una spaventosa malattia alle ossa, spaccava con la mazza ogni barriera architettonica che incontrava facendo disperare i giudici di Trento, la risposta diceva
d'averla: no. A Venezia c'è chi la pensa diversamente. 
   La Commissione di Salvaguardia ha approvato l'altro giorno il progetto del nuovo ponte da Piazzale Roma alla stazione ferroviaria disegnato da Santiago Calatrava accettando, tra le motivazioni del "no" ai "servoscala" per i disabili, anche la seguente: senza quegli infissi metallici così poco estetici l'opera "offre un impatto visivo certamente migliore".
   Che il ponte sia bello, per carità, non lo discute nessuno. Calatrava ha costruito buona parte della sua celebrità mondiale sui suoi ponti: dal "Miraflores" sul Guadalquivir all'"East London" sul Tamigi, dall'"Oberbaum" di Berlino al "Puerto Madero" di Buenos Aires. Un genio. Tanto da aver fatto il miracolo di disegnare per Venezia (e Dio sa quanto la città sia difficile dai tempi in cui per Rialto vennero bocciati i progetti di Michelangelo, Palladio, Sansovino...) una cosa che piace non solo alla giunta di sinistra ma perfino a Vittorio Sgarbi. Il nuovo ponte sul Canal Grande, spiegano i cantori, sarà tutto di vetro con rifiniture in pietra d'Istria e ottone e lascerà "un segno forte ma allo stesso tempo leggero e quasi inoffensivo nella cultura storica tradizionale". Applausi. Un po' offensivo però, almeno con qualcuno, il futuro capolavoro lo è. Mettetevi nei panni di un disabile in carrozzina. 
   Arrivate a Venezia, siete alle prese con la città più bella e più inaccessibile del pianeta, costruita a causa dell'urbanistica assolutamente unica con migliaia di barriere architettoniche. Una città spezzettata da 434 ponti dei quali solo 4 (quattro: e grazie più che
altro alle battaglie di un ex consigliere comunale, Fabio Amadi) dotati di attrezzature che vi consentono di passare da una parte all'altra (quando non sono state abbandonate all'incuria) senza aiuto.
   Pretendereste o no che almeno il quarto ponte sul Canal Grande fosse alla vostra portata? Che almeno una parte dei 9 miliardi e 990 milioni di lire (oltre 5 milioni di euro) destinati all'opera, finissero nel progetto di un tapis roulant o un servo-scala? Niente. Paolo Costa, il
sindaco, ammette che sì, la frase usata per motivare il no "è davvero molto infelice" e che il comune non accetta lezioni sul tema perché " ha fatto mille cose" e "sta proprio ora destinando ai disabili 25 posti gratis nel garage comunale", però "il problema vero è per i ponti dove non ci sono vaporetti mentre da piazzale Roma alla Stazione un disabile prenderà sempre il vaporetto". Può essere: ma la questione di principio? Il dibattito è aperto. Per aiutarlo, val la pena di riportare una delle frasi più discusse: "Malgrado tutti gli sforzi fatti per integrare il servo-scala nel progetto è evidente che il sistema avrebbe una rilevanza notevole sull'estetica del ponte". Meglio vadano in vaporetto. Tanto più che, spiega la relazione, queste strutture sono spesso rotte da teppisti creando nei portatori d'handicap "malumori e frustrazioni". 

   Gian Antonio Stella



26 gennaio - dall'e-group di Yahoo e su segnalazione di Nunzia Coppedè, presidente della FISH Calabria - DICHIARAZIONE DI SUICIDIO: NON ASSUMERO' PIU' FARMACI! - ...E PROPONE UNA PETIZIONE.

   In data odierna, il sottoscritto Lorenzo Milano, 52 anni, colpito da poliomielite all'età di due anni, riconosciuto ufficialmente disabile al 100% nel 1998 e per questo titolare di pensione d'invalidità in misura di ? 211,23 pari a £. 409.000 mensili, affetto da diabete riscontrato nel 1992, sottoposto a terapia tramite assunzione di numero 3 (tre) pastiglie di Glibomet 400, dose massima assumibile quotidianamente, per i motivi esposti nel documento allegato, comunica:
- al Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi
- al Presidente del Senato della Repubblica Marcello Pera
- al Presidente della Camera dei Deputati Pier Ferdinando Casini
- al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi
- al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri Gianfranco Fini
- ai Ministri del Governo Berlusconi
- ai Senatori del Senato della Repubblica
- ai Parlamentari della Camera dei Deputati
- ai Partiti italiani
- ai Sindacati
- agli organi d'informazione nazionali ed esteri
- a tutti quanti entreranno in possesso del presente documento
che, contestando le disposizioni del governo che regolano l'aumento delle pensioni minime dei disabili, constatata la totale indifferenza al problema dimostrata dalle forze politiche e sindacali, non sentendosi più tutelato dalle istituzioni, dal 21 gennaio 2002 intende interrompere l'assunzione di ogni tipo di medicinale attendendo l'inevitabile conclusione della malattia e 
dichiara di non voler essere sottoposto a nessun tipo di terapia nel momento in cui non sarà più in grado di decidere
.
   Chiede un incontro con chiunque, tra i destinatari del presente documento, si voglia impegnare per affrontare il problema concretamente entro i termini di tempo consentiti dal protrarsi della malattia. 
Torino 12 gennaio 2002

In fede Lorenzo Milano

*    *    *

La classica goccia che ha fatto traboccare il MIO vaso è stata quella che io definisco, assumendomene tutte le responsabilità civili e penali, la più grossa truffa politica ai danni dei disabili. Premetto che questa mia decisione non è un attacco a Berlusconi ed al suo governo ma a tutti i politici e sindacalisti indistintamente. La campagna elettorale del centro-destra ed in modo particolare di Silvio Berlusconi prevedeva un aumento delle pensioni minime sino ad un Milione di lire. Credo che in tutte le città e paesi italiani siano stati affissi quei manifesti mastodontici dove si poteva leggere l'impegno di Silvio Berlusconi ad aumentare le pensioni minime sino ad un Milione PER TUTTI!
   Tutti i candidati del centro-destra confermavano nei loro discorsi, nei loro interventi in televisione, l'intenzione di operare questo aumento per rendere dignitosa la vita di quanti vivevano con meno di un milione al mese, concordando sul fatto che con meno di tale cifra
era praticamente impossibile vivere. Io sono convinto che tante persone interessate a questo problema, specialmente se indecisi su chi votare, si siano lasciate convincere da questa indegna promessa elettorale. Sono passate le elezioni e dopo la vittoria qualche esponente del centro-destra cominciava a far capire che non era proprio deciso l'aumento immediato ma che si sarebbe arrivati all'aumento definitivo entro 5 o 6 anni con piccoli aumenti annuali, ma quando le domande di chiarimento si fanno pressanti, il governo deve rispondere e finalmente si giunge alla decisione.
   Godranno dell'aumento gli ultra settantenni e in caso di inabilità del 100% o di condizioni gravi, l'età è ridotta a 60 anni. E chi ha meno di 60 anni?  409.000 al mese   13.446 lire al giorno.
   Apprendo la notizia e cerco di avere delle risposte. Scrivo a diversi parlamentari chiedendo come credono che si possa vivere con una cifra come questa, facendo notare che il più delle volte, con quello che noi percepiamo di pensione loro si comprano una giacca o un paio di scarpe e ricevo delle risposte che possono essere conglobate tutte in una sola: "Caro elettore, oppure i più melliflui, Caro Amico, l'intenzione era veramente quella di aumentare le pensioni a tutti i disabili ma purtroppo il buco che abbiamo ereditato, a nostra insaputa, dalla sinistra....., la guerra che certamente saprai (come se fossi un imbecille che vive fuori dal mondo) è scoppiata all'improvviso......., la necessità di convogliare dei fondi per l'inizio di lavori pubblici che porterà occupazione e benessere in molte famiglie di TUOI connazionali, ci hanno fatto forzatamente recedere dai propositi iniziali ed abbiamo dovuto optare per la decisione di aumentare proporzionalmente le pensioni favorendo chi, al momento, è più bisognoso". Teoricamente potrebbe essere un ragionamento accettabile, duro da digerire ma accettabile. FORZATAMENTE accettabile. Ma è la situazione che si viene a creare che mi suona strana. Sento l'opposizione gridare, organizzare manifestazioni per ogni minimo errore del governo, sento Rutelli attaccare il governo Berlusconi per tutto ciò che gli è possibile. Ogni appiglio viene sfruttato. Mi sembra di sentire ogni volta, da Rutelli, la famosa frase "Piove, governo ladro". Improvvisamente scopriamo dopo sette anni, che in Italia esistono ancora i sindacati. Rispuntano all'improvviso. Si organizzano, urlano, manifestano, accusano ma non sussurrano nemmeno una parola sulle pensioni dei disabili. Si, parlano di pensioni ma non di quelle dei disabili. La sinistra contesta tutto ciò che viene fatto dal governo. Buona o cattiva, ogni iniziativa viene criticata. Prima ancora che il governo Berlusconi si metta al lavoro, Rutelli è già pronto ad elencare le promesse non mantenute dal centro-destra. Ma non una parola su una promessa effettivamente non mantenuta. 
   Eppure è grave. Allora vuol dire che di noi disabili non frega nulla a nessuno. Non serviamo nemmeno per attaccare la controparte. E non per un problema falso o irrilevante ma per un problema grave ed essenziale.
   Sicuramente ponendo nei prossimi giorni la questione alla sinistra ed ai sindacati, scopriremo che tutti e dico indistintamente tutti, avevano già allo studio delle soluzioni, avevano già provato a fare qualcosa ma sicuramente il centro-destra aveva boicottato le loro proposte. Ho detto prima che teoricamente il ragionamento potrebbe essere accettabile ma c'è qualcosa di grave, molto grave che mi fa rifiutare le motivazioni. 

   Poco dopo aver appreso le disposizioni riguardanti l'aumento delle pensioni per i disabili scopro, da un trafiletto su un giornale, che è stato decretato l'aumento di 2.000.000 (DUEMILIONI) per i parlamentari. Dove sono finiti "il buco che abbiamo ereditato, a nostra
insaputa, dalla sinistra....., la guerra che certamente saprai è scoppiata all'improvviso......., la necessità di convogliare dei fondi per l'inizio di lavori pubblici che porterà occupazione e benessere in molte famiglie di TUOI connazionali"????????? 

   I soldi per i disabili non ci sono ma per loro si? 
   Ho fatto un conto. Se l'aumento di due milioni al mese riguarda camera e senato coinvolge 1.040 persone per un totale di £.2.080.000.000 (duemiliardiottantamilioni) al mese. Considerando che per aumentare le pensioni da 409.000 a 1.000.000 al mese servono 591.000 lire a testa, dividendo i 2.080.000.000 dell'aumento dei politici per 591.000 si sarebbe potuta aumentare la pensione a 3.519 disabili.
   Se l'aumento di due milioni al mese riguarda solamente la Camera coinvolge 618 persone per un totale di £.1.236.000.000 (unmiliardoduecentotrentaseimilioni) al mese. Considerando che per aumentare le pensioni da 409.000 a 1.000.000 al mese servono 591.000 lire a testa, dividendo 1.236.000.000 dell'aumento dei politici per 591.000 si sarebbe potuta aumentare la pensione a 2.091 disabili.
   Bene alla luce di questi fatti vorrei esprimere delle considerazioni chiaramente provocatorie. Un ultra sessantenne con patologia grave per quanti anni potrà prendere la pensione? E un ultra settantenne? Un disabile che oggi abbia 30 anni dovrà attendere almeno altri 30 per averne diritto.
Quanti disabili arriveranno a poter usufruire dell'aumento raggiungendo i 60 anni richiesti, dovendo vivere con 409.000 lire al mese?
   No cari signori. Come disse il nostro precedente Presidente della Repubblica IO NON CI STO'
   Nella mia vita credo di aver già dato abbastanza in salute. Se devo arrabattarmi per altri 10 anni (non che l'aumento mi risolva completamente la situazione) preferisco chiudere la storia prima.
   Dal 21 gennaio 2002 non assumerò più nessun farmaco e resterò in attesa che qualcuno si faccia vivo per vedere se c'è una minima intenzione di cercare una soluzione valida a questo problema.
Perché sono certo che si può risolvere.

*    *    *

Petizione
   Io sottoscritt__  ............    cittadin__ italian__ nat__a..........   prov.  ..,  il ../../....., residente a ........ prov. ...  CAP.  ..... in via .............  n. ...  interno .... scala ... documento d'identità          num. ........
rilasciata dal comune di .......... ritenendo che non sia possibile vivere una vita dignitosa con una
somma inferiore a £. 1.000.000 mensili, chiedo al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi di voler intervenire affinché il previsto aumento sino a £.1.000.000 mensili delle pensioni minime che il Consiglio dei Ministri ha concesso alle persone disabili ultrasettantenni ed alle persone disabili ultrasessantenni con patologie gravi e riconosciuti disabili al 100%, venga esteso a tutte le persone disabili che al 1 gennaio 2002 ancora percepiscono una pensione inferiore a £. 1.000.000.

   Luogo e data 
   In fede

..................................
...................................
=============
Luigi Beltramini
l.beltra@libero.it
http://digilander.iol.it/citazioni



24 gennaio - Lamezia Terme - Riceviamo dalla responsabile della FISH Calabria e, volentieri, pubblichiamo la lettera aperta ai Consiglieri Regionali in merito alla Legge n. 6/2002.

Alla cortese attenzione

Del Presidente del Consiglio Regionale

On. Luigi Fedele

e

A tutti i Consiglieri Regionali

    Spett. Onorevoli mi chiamo Nunzia Coppedé, sono una persona con grave disabilità e vivo a Lamezia Terme presso la Comunità Progetto Sud. Scrivo in qualità di Presidente della FISH Calabria, una Federazione a cui aderiscono 31 Associazioni di e con disabili, di familiari di persone con disabilità e che rappresentano  varie categorie di handicap sparse per tutto il territorio regionale. 

   La FISH Calabria ha appreso con rabbia e con delusione alcune scelte fatte dal Consiglio Regionale espletate in due delle ultime leggi. Esse sono:

  1. la Legge Regionale del 26 novembre 2001, n. 32 pubblicata sul Bollettino Regionale il 31 dicembre del 2001 Supplemento straordinario n. 3, “Norme per la promozione e lo sviluppo del diritto al lavoro delle persone con disabilità”;

  2. la Legge Regionale 8 gennaio 2002, pubblicata sul Bollettino Regionale del 14 gennaio 2002 Supplemento straordinario n. 4, “Disciplina di compiti associativi di rappresentanza e tutela dei disabili calabresi”.

    Noi persone disabili, libere di associarci e di rappresentarci e di dare la tutela dei nostri interessi a chi riteniamo noi, non abbiamo capito se vi siate resi conto della gravità di alcune scelte in esse contenute: certo è che con gli articoli n. 5 e n. 11 della Legge Regionale del 26 novembre 2001, n. 32, e con la intera Legge Regionale 8 gennaio 2002, n. 6, è stato cancellato con un colpo di spugna il rapporto attivo, protagonista e propositivo delle tante Associazioni calabresi che negli ultimi vent’anni hanno lottato e lavorato da dirette protagoniste con impegno e dedizione, collaborando criticamente e comunque sempre costruttivamente con i vari Governi Regionali, al fine di migliorare le autonomie e la qualità della vita delle persone disabili calabresi.

   Siamo sconcertati nel constatare che le leggi citate siano state approvate all’unanimità; non capiamo se si tratti di indifferenza o della manovra di qualcuno, oppure di ignoranza riguardo alla materia da parte di altri.

   Ci sentiamo orfani di rappresentanti politici garanti dei nostri diritti civili. Non siamo considerati cittadini, eppure anche noi vi abbiamo votato per rappresentare anche i nostri diritti civili, politici e sociali. Ci avete resi “oggetti” di tutela, addirittura vi siete arrogati il diritto di delegare la nostra morale, dimenticando che la nostra morale non è una “cosa” disponibile, ma è un diritto civile, individuale, personale, non delegabile. Noi persone disabili in situazioni di handicap riteniamo di volerci auto-tutelare, senza intermediari scelti per legge: e chi sarebbero queste associazioni che ci potrebbero tutelare, contro la nostra volontà? Ce le potete indicare? Non avrete forse esagerato?

   Attivando questa scelta avete creato le condizioni per far scaturire quella che viene definita “la guerra tra poveri”, poiché queste due leggi, per così come le avete varate, danno potere di rappresentanza delle persone disabili solo ad una o due o tre delle nostre decine di organizzazioni, eliminando tutte le altre! Ma cosa è: la politica degli amici degli amici? Ma non sapete che le organizzazioni in democrazia possono tutelare solo le persone che rilasciano loro esplicitamente una delega nominativa, e non “per legge” come avete scritto e deciso voi?

   Per questo e per le note che alleghiamo alla presente,

   Chiediamo l’immediata modifica della Legge Regionale del 26 novembre 2001, n. 32 pubblicata sul Bollettino Regionale il 31 dicembre del 2001, Supplemento straordinario n. 3, “Norme per la promozione e lo sviluppo del diritto al lavoro delle persone con disabilità”, e chiediamo che vengano sostituiti con gli articoli della bozza portata al Consiglio Regionale, il 12 novembre 2002, poiché corrispondente alla Legge 68/99. Ricordiamo che quel testo fu elaborato da Associazioni, Sindacati, esperti e funzionari dell’Assessorato al Lavoro. Abbiamo seguito l’iter della Commissione di Competenza e abbiamo visto che non erano state apportate le modifiche imputate. Inoltre seguendo gli atti del Consiglio Regionale su internet, non abbiamo trovato gli emendamenti presenti nella legge pubblicata sul bollettino Regionale. Ci domandiamo: ma quando sono stati fatti? Chi li ha fatti? Certo è che questa legge prima aveva il consenso di tutte le nostre organizzazioni: ora il consenso di quali organizzazioni ha?  

   La FISH Calabria non subirà in silenzio tali abusi e oppressioni; ha già attivato un programma di azioni per informare tutte le persone con disabilità della Calabria, le loro famiglie ed anche le Associazioni non aderenti alla Federazione. Riteniamo che la lotta vada fatta coinvolgendo tutto il mondo dell’handicap calabrese.

   Sapremo far rispettare i nostri Diritti Umani e Civili.

   Siamo disponibili per eventuali incontri chiarificatori, ma non accettiamo mediazioni di qualcuno che non ci rappresenta. Pretendiamo con immediata sollecitudine la modifica degli art. 5 e 11 della Legge n. 32/2001, l’Abrogazione della Legge n. 6/2002 e il rispetto relativo alla partecipazione delle organizzazione dei disabili nelle Leggi che in futuro saranno emanate, come, ad esempio la Legge Regionale di recepimento della Legge 328/2000 (nella cui attuale bozza qualcuno – sarà sempre lo stesso? - ha inserito il medesimo meccanismo di rappresentanza delle persone disabili che contestiamo). Si chiede inoltre di riprendere la bozza di Legge Regionale per l’applicazione della Legge 104/92.

   Distinti saluti

  Lamezia Terme 24/01/2002

 FISH Calabria ONLUS

La Presidente -

Nunzia Coppedé

 



23 gennaio - Reggio Calabria - Giuseppe, un bimbo di 12 anni, viene così etichettato dal preside della Scuola Media Montalbetti - "L'alunno non potrà essere ricevuto da questa scuola per esigenze di tutela dell'incolumità fisica dello stesso e di chi gli sta accanto" - La famiglia sporgerà denuncia al TAR e chiede il supporto delle associazioni dei disabili 

   Una brutta storia, una di quelle notizie che non avremmo mai voluto scrivere, e che calpesta il diritto allo studio, sancito dalla Costituzione e dalle leggi che, dal 1977 in poi, hanno aperto le scuole a tutti i cittadini, compresi quelli con disabilità.

   Il comma 4 della Legge 104/92 recita: "L'esercizio del diritto all'educazione e all'istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap", e ci stupisce come un dirigente scolastico agisca in modo così superficiale, discriminando tra i suoi alunni.

   Abbiamo indagato sull'episodio e lo riassumiamo in attesa di decidere nuove azioni di sostegno alla famiglia. 

   Giuseppe è arrivato alla frequenza della prima media dopo un iter nelle scuole elementari, a quanto riferiscono i genitori, traumatico: non solo  non è stato mai integrato nella classe, ma ha trascorso i cinque anni chiuso in un ripostiglio che, con molta fantasia, può essere definita classe di sostegno (tutto questo è stato maldestramente affermato e verbalizzato), nel corso di un consiglio di classe al quale ha partecipato la stessa insegnante di sostegno della scuola elementare. 

   All'arrivo alla scuola media, il bambino comincia a subire anche qui episodi di rifiuto da parte di alcuni docenti mentre l'insegnante di sostegno non è riuscito a instaurare un rapporto educativo efficace. Non solo, sembra addirittura che la scarsa vigilanza nei suoi confronti, ha determinato l'uscita dal plesso scolastico ed il suo ritrovamento in prossimità della bretella autostradale che passa vicino alla scuola.

   Una brutta storia che passa anche dalla prescrizione dell'équipe scolastica che scrive: "L'Unità Multidisciplinare che ha seguito l'alunno  Giuseppe, inserito in una prima classe della Scuola Media Enrico Montalbetti di Reggio Calabria, esperiti assieme agli esperti della scuola tutti i possibili tentativi di integrazione e messa in atto delle strategie utilizzabili, ritiene di dover sospendere in atto la frequenza dell'alunno dalla scuola per esigenze di tutela dell'incolumità fisica dello stesso e di chi gli sta accanto, consigliando un ricovero del bambino presso un centro specialistico per l'adeguamento della terapia praticata".

   Non capiamo se si tratta di un risentimento professionale per il fatto che i genitori preferivano somministrare la terapia di un altro medico o se si tratta di una scelta ideologica contro l'integrazione. A questo proposito ci fa riflettere il suggerimento di affidarsi ad un centro specializzato.

   Sfogliando i verbali degli incontri per la definizione della diagnosi funzionale, ci colpisce la frase di una componente dell'équipe che avrebbe affermato: "l'alunno deve modificare il suo comportamento e di conseguenza l'ambiente diventerà più accogliente", significa che dovremo dire ai bambini con problemi relazionali e comportamentali di avere la compiacenza di dimenticare la loro menomazione e ottenere, così, il benvenuto nella scuola.

   Nel verbale di un consiglio di classe, che aveva all'ordine del giorno "Comportamento alunno handicappato: E. Giuseppe", leggiamo: "Coscienti dell'importanza del processo dell'integrazione ribadita dalla legge 104 sull'assistenza e sull'inserimento completo dell'handicap, purtroppo si è dovuto nel contempo prendere atto delle situazioni in cui questa non è realtà possibile. Se di diritto scolastico si deve parlare occorre che ciò avvenga sia per ragazzi disabili, sia per allievi comunemente definiti normodotati. Con ciò si vuole intendere che, se per un verso non è professionale trascurare l'esigenza formativa per disabili, per altro ciò non deve minacciare la crescita del restante contesto classe".

   Una brutta storia che la dice lunga sull'esito di decenni di sperimentazione dell'integrazione scolastica in Italia, invidiata per la sua legislazione all'avanguardia. Ma cosa ci raccontano quelli del Centro Studi Erickson, che ogni due anni organizzano un convegno internazionale per fare il punto e per rilanciare la filosofia dell'inclusione!? Della Erickson, questi nuovi teorici della "tutela dei normodotati", conosceranno esclusivamente l'ambito editoriale.

   Ma ecco la ciliegina sulla torta: "La Scuola Media Montalbetti si è sempre contraddistinta per la particolare sensibilità e professionalità adottate nell'affrontare il problema dell'handicap, che ha avuto ampi riconoscimenti sia a livello locale, sia a livello nazionale per la sperimentazione TEACCH". Altro che classi cooperative, altro che interclasse, altro che insegnante di sostegno inteso come supporto alla classe, qui, o fai il TEACCH o sei fuori!

   I genitori, probabilmente nel dubbio di avere come figlio il Dr. Jekill (si scrive così?) che a scuola si trasforma in Mr. Hide, si sono rivolti nei giorni scorsi alla Clinica di Neuropsichiatria Infantile dell'Università degli Studi di Messina, Azienda Ospedaliera Universitaria "Gaetano Martino", diretta dal Prof Filippo Calamoneri. Questo, in sintesi, l'esito: "All'équipe scolastica. In data odierna (il 16/01/02) è stato visitato, su vostra specifica richiesta, il pz. E. Giuseppe già seguito presso la nostra clinica per "Sindrome Autistica" (in atto in trattamento farmacologico con Risperidone). Dopo osservazione clinica riteniamo che le notevoli difficoltà nell'inserimento scolastico non siano da attribuire ad un peggioramento clinico ma verosimilmente ad una difficoltà a seguire le attività curriculari anche se supportate dall'insegnante di sostegno. Questa difficoltà s'è ovviamente accentuata col passaggio alla scuola medi, sicché in atto la possibilità che Giuseppe lavori coi coetanei è limitata a poche attività (ad es. educazione fisica). La patologia da cui è affetto il pz. si giova del contatto e della relazione con i coetanei e, pur essendo consapevoli che le sue abilità specifiche non possono migliorare sensibilmente, riteniamo che l'isolamento possa peggiorare la prognosi riguardo il versante relazionale. Potrebbe risultare inopportuno l'allontanamento dall'ambiente scolastico, è pertanto necessario rivalutare i modi e i tempi dell'integrazione. A tale scopo si indica come possibile soluzione l'utilizzo della frequenza in più classi sfruttando così canali comunicativi preferenziali attraverso la frequenza prevalente di materie a lui congeniali".

   Leggete e tremate, questa la reazione del Dirigente Scolastico: "Questa scuola... non può prendere in considerazione il certificato della Clinica di Neuropsichiatria Infantile dell'Università di Messina,, certificazione evidentemente proveniente dalla parte interessata".  

   Una brutta storia che non si è ancora conclusa e, anzi, ci auguriamo prosegua fino in fondo, e che vada aldilà degli esiti della denuncia al TAR da parte dei genitori, e dell'auspicato intervento del Tribunale dei minorenni per le violenze subite da Giuseppe, da gran parte dei docenti di questa scuola e dell'équipe che avrebbe dovuto invece tutelarlo. Ci auguriamo che restituisca dignità a Giuseppe ed ai suoi genitori, il primo messo alla gogna davanti all'intera comunità scolastica, gli altri, perché ritrovino nella solidarietà di altri genitori, e non solo di quelli con figli disabili, dai movimenti di parsone disabili e dalle associazioni, la voglia di continuare a lottare per il riconoscimento dei diritti umani, pesantemente lesi da questa veramente brutta storia.

Pasquale Ezio Loiacono



21 gennaio - Lamezia Terme - LA FISH-CALABRIA, DICE NO ALLE MANOVRE CHE, IN REGIONE, RISERVANO LA RAPPRESENTANZA MORALE E MATERIALE DELLA DISABILITA' ALLE ASSOCIAZIONE STORICHE - E studia una strategia forte per affermare la libertà di associazione e per rivendicare il diritto di partecipare alle scelte di politica sociale ad ogni livello.

   Un direttivo convocato con la massima urgenza quello che si è tenuto sabato scorso a lamezia, allargato ad una folta rappresentanza di associazioni aderenti, per studiare iniziative capaci di fermare il tentativo, di ben individuati funzionari della Regione, di privilegiare le vecchie associazioni riconosciute con DPR ed, in particolare, l'ANMIC. 

   Tutto è partito da una legge, fatta passare sottobanco qualche settimana fa, si dice, dal Dott. Morelli, responsabile del Dipartimento Servizi Sociali, il cui testo abbiamo pubblicato il 15 gennaio (scorri pagina), senza l'avvallo di nessuna commissione consiliare e per molti versi, anticostituzionale.

   Sabato mattina, nel corso di una conferenza stampa, l'On Tallarico, presidente della commissione bilancio, ha espresso il suo rincrescimento alla presidente della FISH, Nunzia Coppedè, invitata a partecipare alla presentazione di un grosso volume che raccoglie le moltissime audizioni condotte della Commissione; la stessa Coppedè, prendendo la parola, ha annunciato azioni concrete di protesta nei confronti della Regione.

   Molte sono state le proposte scaturite dai rappresentanti delle associazioni nel corso della riunione: una lettera aperta all'onorevole Grazia Sistini, sottosegretaria al Lavoro, alla salute ed alle politiche sociali, relatrice della Legge del 7 dicembre n. 383 che regolamenta l'associazionismo; una lettera dettagliata alla giunta regionale ed al Consiglio, dove spiegare le nostre ragioni, una mailing su Internet; una conferenza stampa; il ricorso al TAR e una manifestazione a carattere regionale di fronte al palazzo della Regione a Reggio Calabria. 

   Di seguito pubblichiamo la lettera inviata oggi all'On. Sistini.

*    *    *    

   Alla cortese attenzione della Sen. Grazia Sistini - Sottosegretario al Lavoro, alla salute e alle politiche sociali - Via Flavia, 6  00187 Roma - ss.sestini@minlavoro.it.

  Spett. Sen.. Grazia Sistini, mi chiamo Nunzia Coppedé, sono una persona con grave disabilità, vivo in Calabria presso la Comunità Progetto Sud di Lamezia Terme. Da circa venti anni mi occupo dell’area handicap, dei problemi di assistenza sociale e di tutela dei diritti di coloro che come ma hanno bisogni impellenti di assistenza sanitaria e sociale. Ho iniziato promuovendo uno sportello informativo sulla disabilità nel 1983 che è stato avviato dalla mia comunità per rispondere ai bisogni del territorio di Lamezia Terme e che è poi diventato di utilità per le persone disabili di tutta la Calabria, non essendoci altri riferimenti di questo tipo nella nostra Regione.  Sono Presidente della FISH Calabria alla quale aderiscono 31 associazioni di e con disabili, di familiari di persone con disabilità le quali appartengono e rappresentano varie categorie di disabilità sparse per tutto il territorio regionale. Sono una delle dirigenti del Coordinamento Regionale Alogon, costituitosi come movimento nel 1981 e come Associazione di volontariato nel 1992, al quale aderiscono 6 Associazioni di e con disabili e 2 Cooperative di tipo “B”  e che è  stato nel 1994 uno dei fondatori della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e nel 1995  promotore e fondatore della FISH Calabria. Inoltre, ricopro le carica di Vicepresidente nella FISH Nazionale, di Consigliere nel Direttivo del CND, e sono membro della Segreteria operativa di  DPI Italia, già Presidente per 4 anni, con la carica di Tesoriere. 

   Ho saputo dai miei colleghi del CND e della FISH che nell’incontro avvenuto la mattina del 18 gennaio 2002  Lei è stata da loro messa a conoscenza delle ultime Leggi emanate dalla Regione Calabria riguardanti l’handicap, le quali non tengono conto della Legge del 7 dicembre n. 383 e che violano il diritto di tutte le associazioni di poter partecipare attivamente alle politiche per il superamento dell’handicap.

Le Leggi contestate sono:

  1. la Legge Regionale del 26 novembre 2001, n. 32 pubblicata sul Bollettino Ufficiale Regione Calabria il 31 dicembre del 2001, Supplemento straordinario n. 3, “Norme per la promozione e lo sviluppo del diritto al lavoro delle persone con disabilità”;

  2. la Legge Regionale 8 gennaio 2002, pubblicata sul Bollettino Regionale del 14 gennaio 2002 Supplemento straordinario n. 4, “Disciplina di compiti associativi di rappresentanza e tutela dei disabili calabresi”.

   Per l’elaborazione della bozza,  che è poi  diventata   Legge Regionale n. 32 del 26 novembre 2001, “Norme per la promozione e lo sviluppo del diritto al lavoro delle persone con disabilità”, fu a suo tempo attivato dall’Assessorato al Lavoro della Giunta Regionale un tavolo di concertazione nel quale sono stati coinvolti rappresentanti di associazioni, sindacati, esperti, ecc. La bozza del testo è poi passata alla Commissione di competenza, che non ha apportato rilevanti modifiche. Ma in fase di approvazione, non si capisce come, in Consiglio Regionale (?) è stata modificata nel punto relativo alla partecipazione delle associazioni nelle Commissioni previste dalla stessa legge. Questa modifica, che ha fatto perdere valore e significato partecipativo dei disabili alla Legge, è stata per l’intero movimento delle persone con disabilità della Calabria una sgradevole sorpresa.

Per meglio chiarirle di cosa sto scrivendo, le riporto qui di seguito gli articoli contestati.

 Legge Regionale del 26 novembre 2001, n. 32 Art. 5 “Costituzione e funzionamento degli Uffici competenti”

 1. Nell’ambito degli Uffici competenti, così come previsto dal Decreto Legislativo 23 dicembre 1997 n. 469, è istituito un comitato tecnico, ai sensi della lett. b) del comma 2 dell’art. 6 della Legge n. 68 del 1999, composto, secondo criteri e modalità di scelta definiti dalla Provincia, da funzionari ed esperti del settore sociale, psico-pedagogico e medico-legale e da rappresentanti della Commissione di concertazione provinciale di cui all’art. 6 del D.Lgs 23 dicembre 1997, n. 469, nonché da esperti designati da ciascuna delle sedi provinciali delle associazioni, che, per legge, abbiano la tutela e la rappresentanza dei disabili.

    Mentre l’art. 5 della bozza concertata con le associazioni era scritto “Costituzione e Funzionamento degli Uffici Competenti” recitava testualmente:

1. Nell'ambito degli Uffici Competenti, così come previsto dal Decreto Legislativo 23 Dicembre 1997 n. 469, è istituito un comitato tecnico, ai sensi della lett. b) del comma 2 dell'art. 6 della L. n. 68 del 1999, composto, secondo criteri e modalità di scelta definiti dalla Provincia, da funzionari ed esperti dei settore sociale, psico-pedagogico e medico-legale e da rappresentanti della Commissione di concertazione provinciale di cui all'art. 6 del D.lgs. 23 dicembre 1997, n. 469, nonché da esperti designati dalle organizzazioni dei disabili comparativamente più rappresentative a livello provinciale e nel rispetto del precedente art. 4 c. 4.”.

 Art. 11 Costituzione del Fondo regionale per l’occupazione delle persone con disabilità

Punto 5. La Commissione per la Programmazione del Fondo è costituita da:

a) l’Assessore regionale competente in materia di lavoro, o suo delegato, che la presiede;

b) l’Assessore regionale competente in materia di politiche sociali, o suo delegato;

c) il Direttore dell’Azienda Calabria Lavoro;

d) un rappresentante delle Province designato dall’Organismo Istituzionale previsto dall’art. 4 del decreto Legislativo 23 dicembre 1997 n. 469;

e) quattro componenti designati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello regionale;

f) quattro componenti designati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative a livello regionale;

g) un rappresentate per ciascuna delle associazioni che per legge abbiano la tutela e la rappresentanza dei disabili.

 Punto 6. L’attività della Commissione è disciplinata da apposito regolamento adottato dalla Commissione stessa, fermi restando gli indirizzi di cui al precedente comma 2.

 Mentre nell’art. 11 della bozza era scritto “Costituzione del Fondo regionale per l'occupazione delle persone con disabilità”

punto 5 recitava testualmente:

5. E' istituito il Comitato di Gestione del Fondo Regionale per la Calabria per l'Occupazione delle Persone con Disabilità composto da:

a) funzionario delegato dalla Giunta Regionale che lo presiede;

b) funzionario delegato dall'Assessore Regionale competente in Materia di Lavoro;

c) funzionario delegato dall'Assessore Regionale competente in Materia di Politiche Sociali.

 Punto 6. La Regione promuove e sostiene accordi con associazioni ed enti dei terzo settore, fondazioni, enti di natura privata e pubblica ovvero soggetti comunque interessati, al fine di favorire tramite il fondo regionale per l'occupazione delle persone con disabilità, la realizzazione degli interventi di cui alla presente legge.

 I gruppi e le Associazioni dei disabili e dei familiari regionali della Calabria chiedono l’abrogazione della Legge Regionale n. 6 deliberata l’8 gennaio 2002, pubblicata sul Bollettino Regionale del 14 gennaio 2002 Supplemento straordinario n. 4, “Disciplina di compiti associativi di rappresentanza e tutela dei disabili calabresi”.

   Visto che la Legge è brevissima, solo 4 articoli, ho pensato di riportarla integralmente. 

(Segue il testo della Legge)

   Questa Legge ha rappresentato per le associazioni di, e con disabili, per le associazioni di familiari di persone con disabilità e per le associazioni che rappresentano le varie categorie di disabilità, un amaro regalo delle feste natalizie, infatti è stata scritta ed emanata all’insaputa di tutte le organizzazioni impegnate nel mondo dell’handicap.

    Ritengo che con la presente legge la Regione Calabria abbia cancellato con un colpo di spugna il rapporto attivo, protagonista e propositivo delle tante associazioni calabresi che negli ultimi vent’anni hanno lottato e lavorato con impegno e dedizioni, contestando o collaborando con i vari Governi Regionali, al fine di migliorare la qualità della vita delle persone disabili calabresi e delle loro famiglie. 

   Con questo modo di fare a dir poco superficiale si è scavalcato lo spirito ed il dettato de:

Ø       la Legge Quadro sull’Handicap, Legge 104 del 5 febbraio 1992,   di cui la Regione Calabria non ha mai ritenuto opportuno elaborare una legge regionale per la sua applicazione, nonostante la FISH Calabria ne abbia elaborato una bozza  e l’abbia depositata al Consiglio Regionale il 22 luglio 1999 con 6954 firme;

Ø       la  Legge n. 162 del 21 maggio 1998;

Ø       la Legge n. 68 del 12 marzo 1999; 

Ø       la Legge n. 328 dell’8 novembre 2000;

Ø       nonché, cosa ancora più grave, la Legge n. 383 del 7 dicembre 2000.

 

   Non si capisce comunque come con una legge regionale si possa ordinare a delle persone, disabili o no ma comunque persone e cittadini, di delegare associazioni a tutelarle, e cioè che per legge abbiano la tutela e rappresentanza dei disabili, a tutelare gli interessi morali e materiali dei disabili. Noi tutti rivendichiamo il nostro diritto di auto-tutelarci, oppure di scegliere da chi farci tutelare. Questa Legge calpesta la nostra dignità, viola Diritti Umani e Civili delle persone con disabilità, e non rispetta l’articolo 3 della Costituzione Italiana che recita testualmente: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
   Chiedo a Lei, a nome delle associazioni di, con e per disabili e, dei disabili calabresi, di aiutarci a rivendicare i nostri diritti di partecipazione, protagonismo e di libera scelta. Come associazioni della Calabria ci stiamo mobilitando per avviare azioni di protesta forti e incisive, poiché non intendiamo subire in silenzio tali violazioni e oppressioni.

   Chiedo a nome della FISH Calabria e di tutto il movimento delle persone con disabilità della Calabria la modifica immediata della Legge Regionale n. 32 del 26 novembre 2001, Art. 5 e 11 e  l’abrogazione della Legge Regionale n. 6 dell’8 gennaio 2002.

   Restando in attesa di un Suo autorevole intervento con il quale sollecitare chi ha competenza di modificare ed abrogare leggi sbagliate, La ringrazio e la saluto cordialmente.   

 

FISH Calabria ONLUS

La Presidente

Nunzia Coppedé



18 gennaio - Catania - PEDOFILIA: POLIZIA CATANIA SCOPRE COMUNITA' WEB, 14 DENUNCE
   (AGI) - Scoperta dalla Polizia Postale di Catania una comunita' virtuale di pedofili italiani, che scambiava via Internet materiale pornografico infantile, e in particolare film di rapporti sessuali con minori di eta' inferiore ai quattordici anni. Sono state identificate e denunciate alla magistratura 14 persone. Nell'ambito delle indagini, stamani sono state eseguite in Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte, Toscana, Lazio e Calabria diverse perquisizioni domiciliari, ordinate dal sostituto procuratore di Catania Marisa Scavo. I controlli si sono estesi anche a uffici pubblici ai quali hanno accesso gli indagati. Sono stati sequestrati personal computer e materiale pedo-pornografico. Alcune delle persone denunciate avrebbero ammesso le loro responsabilita'.

    Durante le indagini personale della Polizia Postale si e' infiltrato nella comunita' pedofila con identita' sotto copertura e ha, tra l'altro, individuato 532 siti web pedo-pornografici con server ubicati all'estero. (AGI)


 

15 gennaio - da Mariangela di Aquilone Blu - La battaglia contro la pedofilia non e' una battaglia disperata o persa in partenza.

   E' possibile porre un argine a questo fenomeno, mettendo in atto una vera rivoluzione culturale. Non e' cosa semplice, e' un lavoro duro e certosino, richiede volonta', pazienza e coraggio. E' essenziale impegnarsi nella prevenzione, nell'informazione e formazione.

   Un ruolo importante in questa campagna informativa lo hanno i genitori, e gli educatori, maestri, professori, dirigenti scolastici, animatori socio-culturali.

   OCCORRE pensare a mettere in piedi corsi formativi per pediatri, dare loro gli strumenti per poter riconoscere eventuali situazioni di abuso.

   OCCORRONO registi cinematografici coraggiosi.

   OCCORRONO canovacci teatrali sul problema.

   OCCORRONO conduttori televisivi sensibili.

   OCCORRONO neuropsichiatri infantili che dedichino un po' del loro tempo ad andare nelle scuole a parlare con i ragazzi.

   OCCORRE che i tour operator facciano campagna informativa contro il turismo sessuale.

   OCCORRONO direttori di telegiornali che si soffermino sul problema non solo quando accadono le tragedie.

   OCCORRONO giornalisti che abbiano voglia di ascoltare e scrivere di piu' su cio' che accade di terribile ogni giorno ai bambini in tutto il mondo.

   OCCORRE che tutti insieme iniziamo una lotta serrata contro la cultura del silenzio,    Ci vuole da parte di tutti coraggio, volonta' e attenzione.

Mariangela



15 gennaio - Catanzaro - LA REGIONE CALABRIA VOLTA LE SPALLE ALL'ASSOCIAZIONISMO LIBERO, RICONOSCENDO SOLO QUELLO DI STATO DELLE COSIDDETTE "STORICHE" 

   Una telefonata preoccupata di Nunzia Coppedè, questa sera, di poche parole, per una comunicazione che ha destato in noi sentimenti di delusione e di rabbia, che ci ha fatto considerare che ciò che temevamo sarebbe accaduto, ma speravamo non accadesse, si era invece realizzato: il riaffiorare in Calabria, del malcostume politico di chi fa leggi senza portarle in commissione, senza sentire le parti sociali interessate, sulla spinta di lobby (in senso negativo) che non saprebbero altrimenti proporsi ed esprimersi nel mondo associativo.

   Così, mentre nel resto d'Italia viene messa in discussione e superata l'idea di "rappresentanza" e si sviluppa la politica della deistituzionalizzazione, in Calabria vengono privatizzati vecchi e inumani istituti totalizzanti, ceduti a società di altre regioni che, per garanzia, chiedono l'incremento delle rette riabilitative, spropositate se rapportate al modo indegno in cui vivono i disabili ricoverati; in Calabria si continua a tenere nel cassetto la proposta di legge regionale per il recepimento della 104/92, proposta dal 1998 dalla sezione calabrese della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap; in Calabria, con l'emanazione di questa legge, si pongono le basi per un conflitto tra le associazione di base che si riconoscono nella FISH (oltre trenta) e le poche sezioni di organismi parastatali, a cui va il merito di avere iniziato le battaglie per il riconoscimento dei diritti di poche categorie di disabilità, ma che hanno esaurito da tempo la loro carica propositiva e progettuale. 

   Dopo avere poggiato il telefono, mi è sorto un dubbio, chi rappresenterà mia figlia cieca, in carrozzina e con ritardo psichico? Sarà la prima domanda che porrò al presidente Chiaravalloti appena ne avrò occasione. Chiaravalloti, lo stesso che al momento dell'insediamento, aveva ricevuto una commissione della FISH e ne aveva accolto le proposte. Chiaravalloti, lo stesso che ha firmato la legge, di cui alcuni funzionari, raggiunti telefonicamente, ne disconoscono l'esistenza. 

   Pasquale Ezio Loiacono

   Di seguito pubblichiamo il testo del e.mail e della legge:

Carissimi, ieri é stata pubblicata sul bollettino regionale una legge che ci cancella, ci umilia e ci toglie ogni libertà di azione; ve la invio, leggetela attentamente. Credo che bisogna fare una dura battaglia per farla abrogare con la stessa velocità con cui é stata fatta. Ho bisogno del sostegno di tutti. Ciao Nunzia

*    *    *

Disciplina di compiti associativi di rappresentanza e tutela

dei disabili calabresi.

 IL CONSIGLIO REGIONALE

HA APPROVATO

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

PROMULGA

Legge 8 gennaio 2002 n. 6

la seguente legge:  

Art. 1

Finalità

1. La Regione Calabria valorizza il ruolo delle Associazioni che, per legge, abbiano la tutela e la rappresentanza dei disabili, per rafforzare presso le Amministrazioni regionali, locali e gli organismi che si occupano istituzionalmente delle problema-tiche relative alla disabilità nel territorio calabrese, l’esercizio delle funzioni di rappresentanza e di tutela degli interessi morali e materiali dei disabili.

Art. 2

Nomine

1. Gli enti strumentali della Regione Calabria, in cui operino organismi consultivi, sono obbligati a richiedere all’organo rappresentativo delle Associazioni, che per legge abbiano la tutela e rappresentanza dei disabili, la nomina di un rappresentante

per le problematiche inerenti alla disabilità.

Art. 3

Convenzioni

1. Gli enti strumentali della Regione Calabria possono stipulare, con le Associazioni che per legge abbiano la tutela e rappresentanza dei disabili, apposite convenzioni per delegare a queste ultime lo svolgimento di compiti e funzioni non attribuiti dalla legge esclusivamente alla Pubblica Amministrazione.

Art. 4

Pubblicazione

1. La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

2. E ` fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Calabria.

La presente legge regionale sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. E ` fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e farla osservare come legge della Regione Calabria.

Catanzaro, 8 gennaio 2002

Chiaravalloti

14-1-2002 - Supplemento straordinario n. 4 al B. U. della Regione Calabria - Parti I e II -n.106del31dicembre 2001 461

 



14 gennaio - Lamezia Terme - La FISH Calabria organizza un seminario di approfondimento sulla legge 328/2000 - La riforma dei servizi sociali: una strategia per il sostegno alla vita autonoma ed interindipedente

   Perché il seminario - La recente legge 18 ottobre 2000 n° 328Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” ha introdotto importanti novità nel campo dei servizi sociali. Per la prima volta sono stati inseriti principi come la non-discriminazione, l’eguaglianza di opportunità e la qualità della vita, essenziali per garantire i diritti di cittadinanza ed il rispetto dei diritti umani. La legge definisce un nuovo quadro istituzionale di azione basato sulla programmazione (artt. 1-4,18-20), le competenze delle istituzioni (artt. 6-9), il ruolo del terzo settore (art. 5), la disciplina delle IPAB (art. 10), introduce nel campo sociale le autorizzazioni e gli accreditamenti (art. 11),  la necessità di figure professionali innovative (art. 12 e 29), la carta dei servizi sociali (art. 13), la personalizzazione degli interventi per le persone disabili (art. 14), interventi per gli anziani non autosufficienti (art. 15), la valorizzazione del ruolo della famiglia (art. 16), titoli per l’erogazione del servizio e collegamenti con le condizioni reddituali dei beneficiari (artt. 17,23, 25 e 26), la creazione di un sistema informativo (art. 21), la definizione di livelli minimi di prestazioni (art. 22), la delega al governo per il riordino degli emolumenti per le persone disabili (art. 24), interventi per la povertà estrema (art. 28) e l’istituzione di una commissione di indagine sull’esclusione sociale (art. 27).

   E’ evidente che la legge rivoluziona tutto il settore dei servizi sociali, puntando ad una riqualificazione delle prestazioni ed a una riformulazione di benefici e competenze. In questo nuovo quadro le battaglie per il sostegno alla vita autonoma, autodeterminata ed interindipendente (L 162/98) ed il rafforzamemto dei servizi alla persona (L 104/92, L 17/99, L 68/99) trovano nuovo vigore a condizione che il movimento delle persone disabili, abbia chiaro gli obiettivi su cui punti e definisca una strategia di azione. Da qui la necessità di organizzare un seminario interno, per comprendere il ruolo delle organizzazioni del terzo settore, che è un ruolo attivo.

   Dobbiamo essere preparati per arrivare ai tavoli di programmazione, progettazione e valutazione in maniera consapevole.

   Inoltre, la Regione Calabria sta già lavorando su una bozza di legge regionale, che presto arriverà alla Commissione Regionale, è importante seguire l’iter dei lavori, ed intervenire adeguatamente qualora fosse necessario.

   Il seminario è indirizzato alle associazione aderenti alla FISH Calabria e alle persone disabili (anche se le associazioni possono estendere l’invito ad altre associazioni se lo ritengono opportuno). Obiettivo del seminario è di definire una strategia regionale di azione e un piano di lavoro con scopi precisi da realizzare nei prossimi mesi.

   Il seminario sarà organizzato nella giornata del 26 gennaio 2002 presso la Sala Sintonia della Comunità Progetto Sud, in Via A. Reillo, 5 88046 Lamezia Terme (CZ) .

   Spero che questa iniziativa raccolga il vostro interesse e vi aspetto in tanti.

 

Nelle ultime due ore faremo l’assemblea della FISH Calabria per nominare le sostituzioni al Consiglio Direttivo, come già preannunciato nella lettera che vi ho spedito a Natale.

Vi auguro Buon Anno e vi aspetto tutti.

 

Lamezia Terme lunedì 14 gennaio 2002

 

Nunzia Coppedé

 

 *    *    * 

 

 PROGRAMMA DEI LAVORI

 Inizio ore 10.00

Relazione introduttiva – Giacomo Panizza Presidente della Comunità Progetto Sud

La Legge 328/2000 – Quali innovazioni per la Riforma dei Servizi Sociali.

 

Dalle ore 11.00 alle 12.00 dibattito

 

Dalle ore 12.00  alle 13.30 lavori di gruppo

 

Gruppo 1 - SISTEMA INTEGRATO E I SOGGETTI DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI - Coordina Nunzia Coppedé (presidente FISH Calabria)

 

Gruppo 2 - PIANI DI ZONA - Coordina Ezio Loiacono (Presidente AGEDI)

 

 Gruppo 3 - AUTORIZZAZIONE E ACCREDITAMENTO DELLE STRUTTURE E DEI SERVIZI SOCIALI - Coordina Tommaso Marino (Presidente Alogon)

 

Dalle 13.30 alle 15.00 pranzo

 

Dalle 15.00 alle 15.30 – sintesi dei lavori di gruppi (10 miniti a gruppo)

 

Dalle 15.30 alle 16.00 - Conclusioni – Nunzia Coppedé

Le strategie politiche della FISH Calabria per l’applicazione della Legge 328/2000 in Calabria.

 

*    *    *

ASSEMBLEA FISH CALABRIA ONLUS

 Dalle ore 16.00 alle ore 18.00

Ordine del giorno:

elezioni esponenti del Consiglio Direttivo per la sostituzione dei Consiglieri uscenti;

elezioni dei rappresentanti al Congresso Straordinario della FISH;

Varie ed eventuali.

 

Per informazioni rivolgersi alla segreteria della FISH Calabria 0968/462419 Fax 0968/462520 E-mail fishc@fishcalabria.org

E’ previsto un contributo per il pranzo e la cartella di 12,91 euro.

 Carissimi saluti.            

                                           FISH Calabria ONLUS - La Presidente - Nunzia Coppedé



13 gennaio - da Mariangela di Aquilone Blu - 2° Rapporto Nazionale sulla condizione dell'infanzia, della preadolescenza e dell'adolescenza - Pubblichiamo la sintesi al seguente indirizzo:

Clicca sul link:

http://www.agedi.it/2_rapporto_nazionale_minori.htm


 

12 gennaio - da http://www.handylex.org - Provvidenze economiche per invalidi civili, ciechi civili e sordomuti: importi e limiti di reddito per il 2002
   La Direzione Centrale delle Prestazioni dell'INPS con circolare n. 255 del 20 dicembre 2001 ha indicato gli importi e i limiti di reddito relativi alle provvidenze economiche a favore degli invalidi civili, dei ciechi civili e dei sordomuti.
   Nello schema che segue riportiamo gli importi in euro che, per maggiore comodità di lettura e comparazione, abbiamo convertito anche in lire.

Pensione ciechi civili assoluti
Importo: 236,45 euro (lire 457.831)
Limite di reddito:12.796,09 euro (lire 24.776.685)

Pensione ciechi civili assoluti (se ricoverati)
Importo: 218,65 euro (lire 423.365)
Limite di reddito:12.796,09 euro (lire 24.776.685)

Pensione ciechi civili parziali
Importo: 218,65 euro (lire 423.365)
Limite di reddito:12.796,09 euro (lire 24.776.685)

Pensione invalidi civili totali
Importo: 218,65 euro (lire 423.365)
Limite di reddito:12.796,09 euro (lire 24.776.685)

Pensione sordomuti
Importo: 218,65 euro (lire 423.365)
Limite di reddito:12.796,09 euro (lire 24.776.685)

Assegno mensile invalidi civili parziali
Importo: 218,65 euro (lire 423.365)
Limite di reddito: 3.755,83 euro (lire 7.272.301)

Indennità mensile frequenza minori
Importo: 218,65 euro (lire 423.365)
Limite di reddito: 3.755,83 euro (lire 7.272.301)

Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti
Importo: 619,85 euro (lire 1.200.197)
Limite di reddito: nessuno

Indennità accompagnamento invalidi civili totali
Importo: 426,09 euro (lire 825.025)
Limite di reddito: nessuno

Indennità comunicazione sordomuti
Importo: 174,35 euro (lire 337.589)
Limite di reddito: nessuno

Indennità speciale ventesimisti
Importo: 111,42 euro (215.739 lire)
Limite di reddito: nessuno

10 gennaio 2002


Carlo Giacobini
Responsabile del Centro per la documentazione legislativa
Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare
Direzione Nazionale
http://www.handylex.org


 

12 gennaio - Bologna - Aumentano i figli naturali - In Italia il bambini nati al di fuori del matrimonio sono in continuo aumento. I figli naturali hanno accorciato le distanze rispetto ai "legittimi". Un segnale di come cambia la società italiana.

   (Il Nuovo) - Aumentano i figli naturali, i bimbi nati al di fuori del matrimonio.  Sono infatti 54.770 i bambini registrati come figli "naturali" nel 2000.
   Rispetto al 1999 le registrazioni dei figli naturali sono aumentate di quasi 10.000 unità. La crescita del fenomeno è evidente se confrontiamo le statistiche con i dati del 1990, solo 10 anni fa. Nel ’90 su 15 bimbi “legittimi” uno era “naturale”. Nel 2000 il rapporto è di uno a 9.
   Secondo l’indagine, diffusa dall'Unioncamere Emilia-Romagna, tutte le regioni italiane vivono l’aumento dei figli naturali, ma al Nord la percentuale è maggiore rispetto al Sud. Il dato, secondo i ricercatori, indica probabilmente una diversa concezione della famiglia.
   Al Sud più che al Nord resiste un attaccamento alla  famiglia tradizionale.
   Qualche cifra. In Emilia-Romagna sono stati registrati all’anagrafe 6.041 nati vivi naturali, circa il 17,8% del totale dei bambini nati nella regione nel 2000. A livello nazionale solo due regioni, Trentino-Alto Adige, con il 20,6%, e  Liguria, con il 18,4%, hanno evidenziato rapporti più elevati.
   La percentuale più bassa è della Basilicata: solo il 2,8% dei nati nel 2000, sono figli naturali. Segue di poco il Molise con i 3,8%.



 

9 gennaio - Bari - BAMBINA UCCISA DA 'BRANCO': PM CHIEDE ERGASTOLO
   (AGI) - Fu il primo ad essere arrestato ed anche il primo a confessare e a rivelare le fasi atroci del delitto del 'branco' che il 19 agosto dello scorso anno in un boschetto nei pressi di Castel del Monte, in agro di Andria (Bari), rapi' e brucio' viva Graziella Mansi, una bambina di otto anni, dopo un tentativo di violenza ma per Pasquale Tortora. di 19 anni, il Pm Francesco Betrone non ha esitato a chiedere la condanna all'ergastolo.
   Il ragazzo e' l'unico degli imputati ad aver chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato (a porte chiuse) dal gup del Tribunale di Trani, Roberto Oliveri del Castillo mentre per i suoi quattro presunti complici, tra i 20 e i 26 anni, il processo e' in corso davanti alla Corte di Assise di Trani.
   Durante la fase istruttoria l'imputato e' stato sottoposto a perizia psichiatrica dalla quale e' emerso che e' un soggetto schizoide, con il quoziente intellettivo di un bambino e che al momento dell'omicidio la sua capacita' di intendere e di volere era fortemente scemata rispetto alle precedenti fasi del delitto quando cioe' aveva avvicinato la vittima ad una fontanella di Castel del Monte e l'aveva convinta a seguirlo nel boschetto dove lo raggiunsero i suoi complici. E' da ritenere che il suo legale usera' questa perizia per tentare di evitare a Tortora il massimo della pena. (AGI)


 

04 gennaio - Sangineto (CS) - L'hotel delle stelle accetta turisti disabili, ma solo dal quindici settembre in poi - E' la risposta che il sig. Cristian Coletti del Consorzio Auriga di Perugia si è sentito rispondere per fax... e chiede il sostegno dell'A.GE.DI. e della FISH Calabria.

   La denuncia telefonica è giunta alla nostra redazione nel pomeriggio di ieri dal Sig. Coletti, responsabile del 'settore turismo' di un consorzio di cooperative che, tra l'altro, organizza da Perugia vacanze per disabili per conto dell'ENEL. 

   Nel corso della programmazione per la prossima estate, tra le altre località turistiche, ha individuato, contattato e visitato già dal mese di settembre 2001, l'Hotel delle Stelle - Beach Resort - di Sangineto Lido (CS).

   Successivamente ha più volte insistito per ottenere dagli albergatori un preventivo che gli è giunto solo nella seconda metà di novembre. Nei giorni immediatamente successivi, ha provveduto a definire e comunicare il periodo prescelto ed il 2 gennaio si vede recapitare un fax che riporta le seguenti frasi:

   "Facciamo seguito al Vs. Fax del 21/11/01, per comunicarVi che per il periodo da Voi richiesto non riusciamo ad avere disponibilità di tutti i posti necessari per il Vs. gruppo di disabili.

   Tale indisponibilità è da considerarsi solo ed esclusivamente per il periodo scelto. Alla luce di ciò, dovremmo posticipare il periodo e portarlo nella seconda quindicina di settembre.

   Vi informiamo inoltre che abbiamo già avuto negli anni passati diversi gruppi di disabili e Vi informiamo che solo nel periodo sopra precisato possiamo ospitare i disabili.

   In attesa di un Vs. cenno di riscontro, cogliamo l'occasione per porgerVi i ns. migliori saluti. 

   Hotel delle Stelle - Giuseppe Antonio Accroglianò, Assistente alla Direzione". 

   A questo punto il sig. Coletti ha deciso di rendere pubblico quanto avvenutogli rivolgendosi alla stampa nazionale ed all'A.GE.DI. per fare giungere le sue rimostranze fino alla classe politica regionale.

   L'Associazione ha raccolto il suo appello e, per amplificarlo, ha pensato di coinvolgere la FISH Calabria.

   Abbiamo visitato il sito dell'Hotel all'indirizzo: www.hotel5stelle.com lo abbiamo trovato ben costruito e completo ma non abbiamo incontrato la parola disabili se non nelle seguenti tre frasi: 

1. Alcune camere al piano terra possono essere adattate ai disabili;

2. Le dodici porte (del ristorante) consentono una enorme facilità di accesso, anche ai disabili;

3. E' per i disabili una rampa per arrivare direttamente alla spiaggia (l'errore non è nostro!).
   Nei prossimi giorni contatteremo la gestione dell'Hotel e vi informeremo sugli sviluppi di questa storia. 

Pasquale Ezio Loiacono


 

02 gennaio - Roma - Presto affidamento condiviso - In commissione Giustizia una legge che stabilisce che quando la famiglia si sgretola i genitori saranno obbligati a mettersi d'accordo nell'interesse dei figli e l'affidamento non sarà a un solo coniuge.

   (Il Nuovo) - Una piccola rivoluzione in famiglia: in caso divorzio o separazione i figli potranno contare sull'affidamento condiviso. La legge che sarà in calendario alla commissione Giustizia della Camera a partire dal 14 di gennaio porterà  un cambiamento totale.

   Quando la famiglia si sgretola i genitori saranno obbligati a mettersi d'accordo nel superiore interesse dei figli e l'affidamento non sarà più appannaggio di un solo coniuge, di solito la madre, con il sottinteso ruolo decrescente dell'altro o la trasformazione del rapporto in una sorta di campo di battaglia proprio i figli.
   Quindi in primo piano non saranno più le esigenze dei grandi, ma quelle dei bambini. L'affidamento condiviso, con responsabilità definite dal
giudice, questo il ''nocciolo duro'' della riforma, sarà la scelta assolutamente prevalente con la nuova normativa destinata, se approvata, ad incidere profondamente sulla realtà sociale di tutti i giorni dato che ribalta l'ottica attuale e affida congiuntamente a tutti e due i genitori il compito di  tutelare i figli e la loro formazione: non solo coniugi separati ma ancora padre e madre, quindi.
   Il problema tocca direttamente oltre un milione di bambini (dati del '98), figli di quel 25% di coppie che si separano. Nella quasi totalità (oltre il 90% dei casi) i figli vengono attualmente affidati alla madre e la scelta del padre è spesso '' residuale'', frutto cioè di situazioni particolari ( alcol, droghe ecc.).
   La  proposta di legge, avanzata del deputato di Fi Vittorio Tarditi, ''ripesca'' una norma, quella dell'affidamento congiunto, previsto già dal 1975 (3,9% dei casi nel '98), disattesa di fatto nella vita di tutti i giorni e che era contenuta in una proposta  del centrosinistra a lungo dibattuta nella scorsa legislatura e poi tolta dall'ordine del giorno della commissione giustizia viste le molte resistenze che si erano manifestate. 


 

Dicembre 2001 

 

 


Accessi a questa pagina

dal 16/06/01



FastCounter by bCentral


                                  

 

 


Ultimo aggiornamento:

27/05/03


Archivio News


Homepage di Infocity

 

Il Network del Giornalismo e della Comunicazione

 


 

 


 

Il Network del Giornalismo e della Comunicazione

 

 

Homepage di Infocity


 

 
 
 
 
 

IDEAZIONE E REALIZZAZIONE
CITIES ON LINE S.p.A.
DIVISIONE TERRITORIALE CALABRIA
cities on line