FORUM | LINK | CONTATTI | AGENDA |
Versione Web Registrazione n. 6/2001 - Tribunale di Reggio Calabria Direttrice Responsabile: Paola Suraci Cliccando su "Agedi News" potrai sfogliare il n. 1 del notiziario dell'Associazione in formato*.pdf E' richiesto il programma Acrobat Reader 5.0 |
|||
Giugno 2002
19 giugno - Reggio Calabria - La FISH Calabria ONLUS
denuncia: situazione
assurda nella provincia di Reggio Calabria: nella formulazione della
graduatoria per il collocamento mirato da tre anni sono
considerate redditi la pensione di invalidità, l’indennità di
accompagnamento, l’indennità di comunicazione e la pensione dei
ciechi civili - Comunicato
stampa.
La F.I.S.H. Calabria, non avendo propri
rappresentanti nella Commissione per il collocamento obbligatorio, si è
rivolta più volte al Ministero del Lavoro, ma senza alcun riscontro. I
nostri ricorsi avverso la graduatoria sono stati respinti, perché
secondo la interpretazione che gli operatori danno di una lettera del
Ministero del Lavoro, bisogna tenere conto di un comma del d.p.c.m.
392/87, che esclude dalla graduatoria le “rendite derivanti da
invalidità di guerra , infortunio sul lavoro o per servizio” , per
cui deducono che bisogna includere tutto il resto come reddito. Inutile
il nostro tentativo di far capire loro che
nel comma precedente si fa obbligo
ai disabili con reddito di
presentare i modelli 101 o ex 740 nei quali non compaiono le prestazioni
assistenziali, in quanto nel Testo Unico sui redditi, esse
sono catalogate come proventi non riconducibili a reddito. Il
Testo Unico riconduce, invece, a redditi della stessa categoria di
quelli perduti i proventi derivanti da infortunio sul lavoro o per
servizio, quando essi hanno carattere di temporaneità. Diventa allora
chiaro che il d.p.c.m. 392/87 fa obbligo di non considerare reddito
nessun provente dovuto alla perdita temporanea o definitiva della
capacità lavorativa.
Anche nella nuova graduatoria, pubblicata in questi giorni, è stato
ancora confermato lo stesso criterio, con le prestazioni assistenziali
desunte da un apposito tabulato fornito dall’Inps e disattendendo, così,
non solo l’ormai superato d.p.c.m. 392/87, ma anche l’art. 6 della
Legge Regionale 32/01 che conferma il criterio indicato dall’art. 8
della nuova legge sul lavoro n. 68/99, in base al quale "dagli
elementi che concorrono alla formazione della graduatoria sono esclusi
le prestazioni a carattere risarcitorio percepite in conseguenza della
perdita della capacità lavorativa".
Ricordiamo che la perdita della capacità lavorativa è il motivo per il
quale viene assegnata la pensione di invalidità. Essa è una forma
d’assistenza concessa fino a quando il disabile non trova lavoro;
mentre le indennità vanno all’accompagnatore o persona che lo assiste
e che lo aiuta a realizzare il massimo dell’integrazione possibile.
Ecco perché esse sono concesse indipendentemente dal reddito.
Pensare
che basterebbe, non diciamo la conoscenza normativa, ma un minimo di
buon senso per chiedersi com’è che lo Stato, prima di erogare
l’assegno d’invalidità, si fa rilasciare dagli interessati la
dichiarazione che essi sono gia iscritti al collocamento obbligatorio.
Detta dichiarazione non ha solo lo scopo di tentare di fare uscire il
disabile dall’isolamento attraverso il lavoro, ma anche quello per lo
Stato di risparmiare la pensione d'invalidità una volta che il disabile
supera determinati redditi. Quale senso avrebbe questa dichiarazione se
poi gli invalidi gravi dovessero essere collocati in coda ed i meno
gravi, privi di prestazioni assistenziali, in testa alla graduatoria? È
se questo operare costituisse frode allo Stato? Ad altri la risposta.
La Presidente Nunzia Coppedè (Per informazioni: FISH Calabria ONLUS - Via A. Reillo, 5 – 88046 – Lamezia Terme (CZ) Tel. 0968/462419 Fax 0968/462520 E-mail fishc@fishcalabria.org sito: www.fishcalabria.org) * * * Pubblichiamo ora la comunicazione inviata dalla FISH al Prefetto di Reggio Calabria All’Ufficio
Territoriale del Governo della provincia di REGGIO CALABRIA - Oggetto:
Prestazioni assistenziali considerate come
reddito dalla Provincia di Reggio Calabria.
Con riferimento all’oggetto, la FISH Calabria ONLUS, alla quale
aderiscono 34 Associazioni calabresi, di cui una quindici della
provincia di Reggio Calabria: A.GE.DI., F.I.A.D.D.A (Sezione di Reggio
Calabria e di Locri), Piccola Opera Papa Giovanni, AGAPE, AISM, Ragazzi
in Gamba, ANFFAS, DPI di Reggio Calabria, ANGSA, ADDISH di Roccella
Ionica, Ente Morale Famiglia Germanò di Oppido Mamertina, UILDM di
Siderno, Associazione Volontariato Presenza di Palmi, Associazione Il
Samaritano di Polistena, fa presente che in data 03/05/2002, l’Ufficio
del Lavoro della Provincia, ha pubblicato
la graduatoria per il collocamento mirato, con gli stessi criteri
degli anni precedenti, e cioè considerando come reddito i proventi
derivanti da prestazioni assistenziali.
Invitiamo codesto Ufficio Territoriale del Governo a valutare
l’opportunità della richiesta di
chiarimenti, su un problema che tanto assilla i circa seimila
disabili iscritti in graduatoria.
Distinti saluti.
Lamezia
Terme, li 18/06/2002. * * * Riproduciamo ora un modello di ricorso che gli interessati possono copiare e incollare
ALLA COMMISSIONE RICORSI
GRADUATORIA COLLOCAMENTO MIRATO SETTORE LAVORO E POLITICHE ATTIVE DEL
LAVORO DELL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA ……. sottoscritt..
……………………………………………………………………nat..
a………………………………………. residente
a………………………………..in
Via……………………………………………………………………………………….. CAP……………., incluso nella
graduatoria provvisoria per il collocamento mirato,
RICORRE avverso
la graduatoria relativamente all’attribuzione del reddito
per i motivi appresso indicati: 1)Ai
sensi del d.p.c.m. 392 del 18/09/87, relativamente ai criteri per la
formazione delle graduatorie, art. 2, comma 2, il sottoscritto, essendo
privo di reddito doveva essere convocato da codesto Ufficio per
l’apposita autocertificazione sul vostro modello C.O. Diffida
Codesto Ufficio dall’attingere dei dati miei personali in maniera
illegale. 2)
I seguenti proventi assistenziali che lo Stato concede al sottoscritto
(cancellare la voce che non interessa):
-pensione d’invalidità;
-indennità d’accompagnamento;
-indennità di comunicazione;
-pensione di sordomutismo;
-pensione di cieco civile; non
possono essere considerati reddito da valutare per la graduatoria per il
collocamento mirato, sia ai sensi del comma 2 di cui al punto 1 del
presente ricorso, che indica che in presenza di reddito l’interessato
è tenuto a presentare copia del modello 101 o ex modello 740 (ed è
noto che i proventi assistenziali non vanno indicati nella dichiarazione
dei redditi) e sia ai sensi dell’art.6 della Legge Regionale 32/2001
che conferma il criterio indicato dall’art. 8 della legge 68/1999, in
base al quale “dagli elementi che concorrono alla formazione della
graduatoria sono escluse le prestazioni a carattere risarcitorio
percepite in conseguenza della perdita della capacità lavorativa”. 3)
La perdita della capacità lavorativa è il motivo per il quale viene
assegnata la pensione d'invalidità. Essa è solo una forma di
assistenza concessa fin a quando il disabile non trova lavoro e non può
in nessun caso costituire un intralcio all’ottenimento del lavoro. E
assurdo considerarla reddito e penalizzare il disabile in graduatoria
per il fatto di percepirla. Le indennità, anche se percepite dal
disabili, vanno all’accompagnatore o alla persona che lo assiste e che
lo aiuta a realizzare il massimo dell’integrazione possibile. Ecco
perché esse vengono concesse indipendentemente dal reddito, ed è
semplicemente diabolico considerarla reddito.
Con osservanza ………………………………,
li……………………
17 giugno - Rende - (CS) - Comunicato stampa di Calabria Civica - PRENOTARSI A TEMPO... PREDEFINITO! - All'Asl 4 della Regione Calabria si attende perfino per prenotarsi. Per Calabria Civica è assolutamente insostenibile la situazione del servizio prenotazioni dell'ASL 4 che prevede la possibilità di prenotarsi per visite specialistiche o particolari esami diagnostici solo in determinati giorni del mese. Un metodo che genera effetti paradossali e lede il diritto fondamentale alla certezza delle cure. Con questo metodo, infatti ci sono persone che aspettano da 4 mesi di potersi prenotare per un esame diagnostico e che non sanno ancora oggi se entro un anno potranno avere la prestazione! Cosa accade in pratica ce lo segnalano i tanti cittadini che ci hanno contattato nei giorni scorsi. Persone che devono ritornare all’ufficio prenotazioni anche un mese dopo per una semplice prenotazione; file dalle 5 di mattina per non rischiare di perdere la possibilità di prenotarsi o per avere in tempo cure o prestazioni. In questo modo è negato il diritto alla certezza delle prestazioni sanitarie. Se qualcuno domandasse agli uffici dei Poliambulatori di via Milelli a Cosenza o di Quattromiglia a Rende quali sono i tempi d’attesa per visite specialistiche all’Asl 4 potrebbe anche avere una candida risposta: "al massimo un mese", ma l’esperienza dei cittadini è del tutto diversa. Infatti le prestazioni specialistiche vengono prenotate per 30 giorni, dopodicchè si chiudono le prenotazioni e, per le visite o gli specialisti più richiesti, bisogna ritornare di persona per una nuova prenotazione. A solo titolo di esempio, per fare una visita diabetologica al Poliambulatorio di Via Milelli dovremo ritornare il 24 giugno non per la prestazione, ma per la sola prenotazione, o meglio, per avere la possibilità di prenotarsi! Infatti gli impiegati, premurosi, ci ricordano che conviene venire la mattina presto se non si vuole rischiare di trovare i numeri esauriti. Situazione analoga si verifica a Quattromiglia, ad esempio, per l'ecocolordoppler o per oculistica. È ovvio che molti o rinunciano ad avere la prestazione o si rivolgono altrove. Una situazione paradossale quella vissuta giornalmente dai cittadini di Cosenza e hinterland proprio mentre il Ministero della Salute ha proclamato il massimo impegno per la riduzione delle liste d'attesa istituendo anche un numero verde (800 571 661) per segnalare disfunzioni e tempi di attesa eccessivi per le prestazioni sanitarie. I cittadini di Cosenza, insomma, perdono il loro tempo per inutili file e non hanno diritto né alla certezza dei tempi delle prestazioni né alla trasparenza. E' una situazione inaccettabile e Calabria Civica chiede il ripristino di un sistema di prenotazioni facilmente accessibile, anche telefonicamente, in cui le liste non siano MAI chiuse e che consenta, quindi, a tutti di sapere il giorno esatto in cui verrà effettuata la prestazione (non quando recarsi all'Asl per prenotarsi!). Inoltre così potremo anche conoscere gli effettivi tempi d'attesa per le prestazioni a Cosenza, quali sono i problemi che ci sono e la loro gravità. Calabria Civica chiede al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria n° 4 un incontro immediato per discutere delle possibili soluzioni che possano ridare ai cittadini il diritto alla certezza delle prestazioni.
17 giugno - Lamezia Terme (CZ) - Riceviamo dal CSV e volentieri pubblichiamo - Dov'è il "Volontariato"? - di Carlo Crucitti E' ormai dal 25 febbraio 2002 che il sito del Comitato Promotore per i Centri di Servizio in Calabria - www.csvcalabria.org - è nato, se non nella certezza, almeno nella speranza di poter essere di una certa utilità al Volontariato Calabrese fornendo notizie e informative che avessero il senso di essere un punto di riferimento nel panorama locale. La sua gestione, sviluppata in tempo reale, richiede un impegno costante e sarebbe oggi necessario cominciare a trarre delle conclusioni perché è mia sensazione che tutti quelli che lo seguono non lo sentono proprio, contribuendo a farlo crescere con i loro contributi, ma lo considerano con indifferenza, con distacco, oserei dire in maniera quasi asettica. E' già di per se un grande successo nella realtà della nostra regione ove, più frequentemente, si attacca qualsivoglia iniziativa cercando di strumentalizzarla e di questo ringrazio tutti quelli che, con i loro consensi, mi hanno sostenuto. E' stato, forse questo sfugge ai più, un atto di grande coraggio perché si è posto come un incontestabile strumento di trasparenza e di civile partecipazione nella vita Sociale Calabrese. E stato ed è un modo di dimostrare una vera, seria, impegnata, sincera, altruista (e potrei proseguire con tutti gli altri possibili ma inutili aggettivi) iniziativa di apertura a tutto il Sociale per far vedere, a porte e finestre aperte, l'operato di chi vuole partecipare, con rispetto dei diritti di tutti, alla nascita di quegli, ancora, "oscuri" Centri di Servizio che il Volontariato dovrà gestire per il Volontariato. Alla luce però di un vissuto recente, devo registrare che non siamo ancora maturi per un Volontariato che intende fregiarsi di questo titolo ma continuiamo ancora a pensare e operare in termini di poteri e spartizioni e questo, credetemi, mi addolora perché non vi è nulla di sociale nella prevaricazione. Qui, oggi, noi tutti, non possiamo ancora ragionare in termini di lotte o battaglie da iniziare, portare avanti e concludere con una vittoria o una sconfitta. Un confronto leale, una competizione magari in termini di competenze e conoscenze può essere condivisa ma con il senso e la consapevolezza che, se qualche nostro compagno cui vogliamo bene (e non ci dovrebbero essere esclusioni) dovesse inciampare e cadere, noi tutti, uomini di buona volontà se veramente crediamo di essere tali, dovremmo avere il coraggio di fermarci e, tornando sui nostri passi, aiutarlo a rialzarsi per poi riprendere assieme la nostra corsa verso traguardi significativamente qualificanti. Come possiamo pensare di essere stimati dai nostri compagni di percorso, prima, e presi sul serio dalle istituzioni, ove spesso operano anche tanti volontari, poi, se alimentiamo sciocche presunzioni e un innato spirito di separazione. Non vi è nulla quindi che ci accomuna nel nostro credere di poter, solo con la forza dell'unione e della cooperazione, essere di aiuto a noi stessi ancor prima di pretendere d'essere d'aiuto ad altri? Non pensiamo solo a dividerci posti e cariche, pensiamo prima a dividerci gli impegni! Io sono con tutti coloro che intendono vivere volontariamente un "Sociale" degno di quest'appellativo. Carlo Crucitti
14 giugno - Selvazzano Dentro (PD) - Patrizia Volpin si trasferisce al nuovo appartamento privo di barriere architettoniche - Sul suo caso si erano concentrate le attenzioni di numerose associazioni tra cui la stessa A.GE.DI. Quello di Patrizia era un caso emblematico di privazione del diritto alla mobilità ad opera di un'amministrazione pubblica disattenta e inadempiente. molte associazioni hanno risposto al richiamo di Patrizia che, malata terminale e, da alcuni anni costretta su una sedia a rotelle, voleva dedicare la sua battaglia, tra scioperi della fame e denunce alla magistratura, alle migliaia di uomini e donne in carrozzina, condannate agli "arresti domiciliari" a scontare colpe mai commesse. Aspettiamo ora un contributo scritto da Patrizia per sapere, una volta completato il trasloco, come intende proseguire l'azione di testimonianza contro le barriere architettoniche. 14
giugno - Rende (CS) - Cinque proposte per valorizzare la partecipazione
dei cittadini e delle organizzazioni civiche al sistema sanitario
regionale 1. Istituire una "Conferenza di Programmazione" alla quale partecipino non solo i rappresentanti degli Enti Locali, ma anche delle organizzazioni dei cittadini nel rispetto della legislazione nazionale e per valorizzare il contributo di associazioni e realtà civiche quotidianamente impegnate per la tutela dei diritti dei cittadini; 2. Consultare e coinvolgere le organizzazioni civiche prima di assumere decisioni o licenziare provvedimenti che abbiano concreta ricaduta sulla vita delle persone, in particolare, ma non esclusivamente, per i malati cronici, in modo che non si creino ulteriori inutili disagi per i cittadini. Tale coinvolgimento può realizzarsi con modalità articolate e facilmente attivabili; noi proponiamo: a) Sito internet: si richiede all'Assessorato di rivolgersi ad associazioni e cittadini per raccogliere pareri o proposte su questioni controverse (non limitandosi all'ascolto di tecnici); tener conto di chi si attiva e contribuisce a tale dibattito iscrivendolo in un apposito registro dei partecipanti attivi; b) Consultazione periodica di reti tematiche formate da reti sia sociali che professionali; c) Incontri su richiesta dei soggetti della cittadinanza attiva, del volontariato e della tutela dei diritti organizzando interfaccia dell'assessorato regionale alla Sanità in modo da garantire che tali incontri si svolgano in tempi accettabili e utili; 3. Rafforzare il sistema dei controlli e di promozione della qualità tenendo conto delle informazioni messe a disposizione dalle organizzazioni dei cittadini o da Osservatori Indipendenti dando così attuazione regionale al Progetto Obiettivo 3 del Piano Sanitario Nazionale 2002 - 2004; 4. Valorizzare le risorse e le esperienze della cittadinanza coinvolgendole in attività di informazione e formazione rivolte sia al mondo del volontariato che agli operatori sanitari per accrescere e potenziare i fattori di sviluppo (o "capitali") della sanità (Progetto Obiettivo 4 del PSN 2002 - 2004); 5.Utilizzare le esperienze dei soggetti della cittadinanza (privato sociale, volontariato, organizzazioni di tutela dei diritti) affidando loro, sulla base del principio di sussidiarietà, sperimentazioni nel campo dell'integrazione socio sanitaria per assicurare una più efficace presa in carico (Progetto Obiettivo 2 del PSN 2002 - 2004). 14 giugno - Reggio Calabria - Comunicato Stampa della FISH Provinciale - Quando il buon senso non basta! Con
la presente nota, la FISH provinciale fa presente la situazione
assurda che si perpetua nella provincia di Reggio Calabria nella
formulazione della graduatoria per il collocamento mirato: da ben tre
anni sono considerati redditi la pensione di invalidità,
l’indennità di accompagnamento, l’indennità di comunicazione e la
pensione dei ciechi civili. La FISH, non avendo propri rappresentanti nella Commissione per il collocamento obbligatorio, si è rivolta più volte al Ministero del Lavoro, ma senza alcun riscontro. I nostri ricorsi avverso la graduatoria sono stati respinti, perché secondo la interpretazione che gli operatori danno di una lettera del Ministero del Lavoro, bisogna tenere conto di un comma del d.p.c.m. 392/87, che esclude dalla graduatoria le “rendite derivanti da invalidità di guerra, infortunio sul lavoro o per servizio” , per cui deducono che bisogna includere tutto il resto come reddito. Inutile il nostro tentativo di far capire loro che nel comma precedente si fa obbligo ai disabili con reddito di presentare i modelli 101 o ex 740 nei quali non compaiono le prestazioni assistenziali, in quanto nel Testo Unico sui redditi, esse sono catalogate come proventi non riconducibili a reddito. Il Testo Unico riconduce, invece, a redditi della stessa categoria di quelli perduti, i proventi derivanti da infortunio sul lavoro o per servizio, quando essi hanno carattere di temporaneità. Diventa allora chiaro che il d.p.c.m. 392/87 fa obbligo di non considerare reddito nessun provento dovuto alla perdita temporanea o definitiva della capacità lavorativa.
Anche nella nuova graduatoria, pubblicata in questi giorni, è
stato ancora confermato lo stesso criterio, con le prestazioni
assistenziali desunte da un apposito tabulato fornito dall’INPS e
disattendendo, così, non solo l’ormai superato d.p.c.m. 392/87, ma
anche l’art. 6 della Legge Regionale 32/01 che conferma il criterio
indicato dall’art. 8 della nuova legge sul lavoro n. 68/99, in base al
quale "dagli elementi che concorrono alla formazione della
graduatoria sono esclusi le prestazioni a carattere risarcitorio
percepite in conseguenza della perdita della capacità lavorativa".
Ricordiamo che la perdita della capacità lavorativa è il motivo
per il quale viene assegnata la pensione di invalidità. Essa è una
forma d’assistenza concessa fino a quando il disabile non trova
lavoro; mentre le indennità vanno all’accompagnatore o persona che lo
assiste e che lo aiuta a realizzare il massimo dell’integrazione
possibile. Ecco perché esse sono concesse indipendentemente dal
reddito.
Pensare che basterebbe, non diciamo la conoscenza normativa, ma
un minimo di buon senso per chiedersi com’è che lo Stato, prima di
erogare l’assegno d’invalidità, si faccia rilasciare dagli
interessati la dichiarazione che essi sono gia iscritti al collocamento
obbligatorio. Detta dichiarazione non ha solo lo scopo di tentare di
fare uscire il disabile dall’isolamento attraverso il lavoro, ma anche
quello per lo Stato di risparmiare la pensione d'invalidità una volta
che la persona disabile supera determinati redditi. Quale senso avrebbe
questa dichiarazione se poi gli invalidi gravi dovessero essere
collocati in coda ed i meno gravi, privi di prestazioni assistenziali,
in testa alla graduatoria? È se questo operare costituisse frode allo
Stato? Ad altri la risposta.
Ringraziando, inviamo distinti saluti. 14 giugno - Roma - Comunicato stampa della "Radiotelevisioni Europee Associate" - LA REA DENUNCIA: “LO STATO FINANZIA LA TV SPAZZATURA
L’11 giugno scorso si è riunita la Sezione Territoriale
della Commissione per l’Assetto Radiotelevisivo presieduta dal dott.
Adalberto Baldoni per dibattere i problemi delle emittenti
transfrontaliere e per esaminare l’operato degli Ispettorati
Territoriali. Bagarre a parte sollevata da
un componente della Sezione che non aveva ben compreso
l’importanza degli argomenti da affrontare, la discussione è stata
particolarmente produttiva per due
ragioni. La prima ragione è che finalmente si è chiarito,
parlando delle transfrontaliere, dell’essenziale servizio
reso dalle emittenti locali di confine alle popolazioni
circostanti e dei grossi sacrifici economici cui devono far fronte per
programmare le trasmissioni in lingue diverse. La seconda ragione è che
la stragrande maggioranza dei componenti della
Sezione, a margine di un Ordine del Giorno,
ha sottoscritto un emendamento presentato dalla REA il quale
testualmente recita:
“Invita, le Regioni e gli Enti
locali a sostenere finanziariamente programmi a carattere
transfrontaliero e a favore delle minoranze linguistiche presenti in
Italia e riconosciute dalle leggi e delle minoranze italiane
all’estero portati avanti dalle emittenti private locali, senza alcun
pregiudizio di carattere politico, religioso, culturale e di
fatturato”
A questo punto avviene il colpo di scena che ci aspettavamo. I
rappresentanti della FRT, dell’AERANTI e del Corallo fanno una
dichiarazione congiunta di questo tenore: l’emendamento va bene, ma
bisogna cancellare le parole “senza alcun pregiudizio di carattere
politico, religioso, culturale e di fatturato”.
Il rappresentante della REA non accetta e, quindi,
chiede che
l’emendamento venga
verbalizzato e rinviato alla discussione della Commissione in seduta
plenaria.
La morale della favola di questa apparente insignificante diversa
posizione tra la REA e la FRT/AERANTI/CORALLO e che torna a galla
“l’onorabilità” della firma delle associazioni posta la settimana
scorsa alla presenza del Ministro Gasparri sull’importante codice di
Autoregolamentazione inerente le televendite,
maghi e ciarlatani vari. In
che modo? E’ presto spiegato. La tesi da sempre sostenuta da FRT/AERANTI/CORALLO
è che qualsiasi tipo di contributo proveniente dallo Stato o dalle
Regioni debba essere distribuito secondo il
principio “del fatturato”. Invece, la tesi da sempre
sostenuta dalla REA è che i contributi pubblici debbano
premiare la “qualità della programmazione” e gli sforzi
“editoriali”. Nella
pratica, infatti, succede che la stragrande maggioranza delle imprese
radiotelevisive fatturano tanto più, quanti più maghi e ciarlatani
mandano in video e che in virtù dei Regolamenti Ministeriali in vigore,
paradossalmente, ricevono anche più contributi statali e regionali
proprio per la scandalosa regola del “maggior fatturato”.
Il giro d’affari non è di poco conto e si calcola che circa il
50% del fatturato di queste emittenti proviene dalle attività in video
di maghi e ciarlatani e che lo Stato ha elargito a queste emittenti, per
la regola del fatturato, circa 200
miliardi delle vecchie lire.
Al contrario, le emittenti che si sforzano di produrre programmi
di qualità spendono di più, fatturano
meno e ricevono pochissimi contributi statali.
La REA ha chiesto al Ministro Gasparri che venga minimizzato il
fatturato dai Regolamenti Ministeriali sulla elargizione dei contributi
statali destinati al sostegno dell’emittenza locale a favore
della buona qualità della programmazione
e, per tale causa, continuerà
la sua battaglia moralizzatrice e di giustizia nel Paese e nel
Parlamento per salvaguardare il lavoro delle imprese radiotelevisive
oneste, il pubblico, i minori e la libertà d’informazione.
Il Presidente della REA, Antonio Diomede, intervistato dalla stampa in
questi giorni sull’argomento ha dichiarato: “la tv deve essere
aiutata a riconquistare la propria identità
estromettendo dal video i corpi estranei alla cultura e alla
deontologia della professione editoriale. Ciò si potrà fare istituendo
la Carta dei Servizi Radiotelevisivi quale patto tra
imprese radiotelevisive e consumatori utenti di concerto con il
Ministero delle Comunicazioni, dell’Autorità Garante e
dei Corecom regionali”. REA – Radiotelevisioni Europee Associate
10 giugno - Rende (CS) - Comunicato stampa di Calabria Civica - Si è costituito il Comitato Giovani Diabetici - Nato dall'esigenza di migliorare la qualità della vita dei diabetici - Il Comitato, un'organizzazione di cittadini attivi formata da diabetici e da loro familiari - ne sono coordinatori Giovanni Cairo e Donatella Granata - è aderente a Calabria Civica A tal fine intende svolgere attività di sensibilizzazione e informazione per promuovere la prevenzione e la conoscenza di una malattia che ha un forte impatto sociale, di orientamento per i malati per una migliore autogestione del diabete, di interlocuzione con le istituzioni per risolvere problemi, essere di stimolo e supporto con l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti tenendo conto delle esigenze dell'utenza. Ma soprattutto il Comitato svolgerà attività relazionali anche offrendo supporto e sostegno psicologico ai malati e ai loro familiari e promuovendo lo scambio di esperienze e l'aiuto reciproco: in pratica un punto di riferimento sul territorio a disposizione della comunità non solo cosentina. Nel segno della concretezza il Comitato si è subito attivato incontrando nei giorni scorsi la Direzione generale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza e i responsabili del Dipartimento Materno-Infantile e dell'Unità Pediatrica. Diverse le richieste avanzate e le tematiche affrontate nei confronti delle quali è stata raccolta disponibilità ed attenzione. Ne ricordiamo alcune: - "sostenere una ricerca sull'incidenza del diabete giovanile nella provincia di Cosenza attivando un apposito registro; -
"acquistare
l'apparecchiatura per la misurazione istantanea dell'emoglobina
glicosilata; - "definire un protocollo per realizzare incontri periodici tra Ospedale e territorio coinvolgendo pediatri e medici di famiglia. Infine il Comitato ha offerto la propria disponibilità per fornire supporto psicologico ai bambini e ai loro familiari, soprattutto durante la delicata fase dell'insorgenza della malattia. Una disponibilità accolta con favore dal Primario dell'Unità di Pediatria, dott.ssa Candusso. Nei prossimi gironi le iniziative proseguiranno anche con incontri con la Direzione dell'Azienda sanitaria n°4 di Cosenza. Il Comitato Giovani Diabetici si riunisce ogni venerdì pomeriggio dalle 16:00 alle 18:00 presso la sede di Calabria Civica in via F. Todaro, 85 a Rende (ex Delegazione municipale di Quattromiglia).
5 giugno - CONFONLUS, CODICI e REA lanciano la Carta dei Servizi Radiotelevisivi a tutela degli utenti consumatori della radio e del video e delle emittenti radiotelevisive locali
Si
è costituito a Roma il Comitato promotore per la predisposizione della Carta
dei Servizi Radiotelevisivi, composto
dalla CONFONLUS – la Confederazione delle Associazioni non lucrative e
del no profit e dal CODICI – Centro
per i Diritti del Cittadino, in rappresentanza
dei consumatori utenti; e dalla
REA – Radiotelevisioni Europee Associate, in rappresentanza di
400 imprese radiotelevisive locali.
La Carta dei Servizi Radiotelevisivi è il Patto sottoscritto tra
le Associazioni delle imprese radiotelevisive, le Associazioni dei
consumatori e le Associazioni degli utenti che ha lo scopo di promuovere
l’innalzamento del livello di qualità della programmazione
radiofonica e televisiva ai fini della crescita civile, culturale e
democratica dei cittadini utenti e dello sviluppo della libertà
d’informazione secondo il
dettato dell’articolo 21 della Costituzione.
I principi ispiratori della Carta saranno: 1.
- qualità della programmazione
ispirata ai principi di trasparenza, partecipazione, efficienza,
uguaglianza e imparzialità d’informazione; 2.
- innalzamento della qualità della vita
con l’introduzione di sistemi di diffusione rispettosi
dell’ambiente e della salute pubblica.
Nella Carta dei servizi, saranno previste due sezioni specializzate che
riguardano la tutela del minore utente radiotelevisivo,
la tutela nelle televendite e nei servizi a valore aggiunto.
A tale proposito, i promotori della Carta dei Servizi Radiotelevisivi,
pur apprezzando il Codice
di Autoregolamentazione sollecitato dal Ministro Gasparri e
sottoscritto fra le
Associazioni delle emittenti lo giudicano insoddisfacente in quanto non
tutela efficacemente i consumatori da possibili azioni alla Vanna Marchi
che rischiano di ripetersi. Infatti, il Codice di Autoregolamentazione
non garantisce la televendita nel rapporto “qualità/prezzo” e non
estromette dal video falsi astrologi, cartomanti e maghi che
hanno la capacità di trasformare il video in “tv spazzatura” con
grave danno per quella parte di pubblico
psicologicamente debole e per i minori.
Si potrà scardinare la “tv spazzatura” soltanto con un articolato
patto tra imprese e associazioni che da un parte preveda un’Autorità
con reali poteri sanzionatori
e dall’altra un sistema incentivante che premi la qualità della
programmazione radiotelevisiva.
Per queste ragioni la CONFONLUS,
CODICI e REA hanno
deciso di dare una risposta
concreta ed efficace proponendo la Carta dei Servizi Radiotelevisivi la
cui sottoscrizione e adesione è aperta a tutte le organizzazioni
sensibili alle problematiche dei consumatori - utenti e dei minori, alle
associazioni delle emittenti, ai rappresentanti delle regioni (Corecom).
ConfOnlus, Codici, Rea La Confederazione delle Associazioni non lucrative e del no profit - URL: www.confonlus.org - E-mail: confonlus@tin.it - Per informazioni e adesioni: confonlus@tin.it - codicin@tiscalinet.it - reasat@tin.it tel. 333.7169450 – 330.680161 – 338.1202934 (Pubblicheremo la Carta dei servizi radiotelevisivi nella sezione "Documenti" della pagina "Index". N.d.r.).
5
giugno - avviata dal Movimento
Italiano Genitori l'interessante iniziativa - "ALLATTA
UN BAMBINO" - I° Campagna di sensibilizzazione alla donazione
latte umano
4 giugno - Rende (CS) - E' inaccettabile che la Regione non garantisca più le spese sostenute dai calabresi costretti a curarsi fuori regione. L'invito fatto giungere dalla Regione Calabria alle ASL perché queste, notoriamente in condizione di forte deficit, provvedano con proprie risorse a rispondere alle richieste dei cittadini, significa, di fatto, che chi ha presentato domanda di rimborso o chi pensa di presentarla, difficilmente riuscirà ad ottenerla. In pratica ciò fa sopportare il peso di questa situazione proprio a quei cittadini che soffrono di più a causa delle loro condizioni di salute e che non possono curarsi in Calabria per mancanza di strutture e servizi. Con il risultato di introdurre disparità inaccettabili sulla base del reddito nella cura di malattie gravissime. La disposizione regionale non sospende, a rigore, il diritto al rimborso garantito dalla Legge 8 del 1999, ma ne rende inesigibile il diritto e impraticabili i benefici. E' gravissimo che in un sistema sanitario pieno di sprechi e doppioni non si trovino i fondi per garantire il diritto fondamentale dei cittadini alle cure. E' gravissimo ed anche incostituzionale! Dove trovare i soldi? Chiudete ospedali inutili, tagliate consulenze, riducetevi gli stipendi, ma garantite le cure ai malati. Lello Cirone e Peppino Curcio - Responsabili delle politiche sanitarie di Calabria Civica
4 giugno - Rende (CS) - Comunicato stamba di Calabria Civica - STATUTO REGIONALE: LA SCELTA DECISIVA
Con l'approvazione da parte della Commissione per l'Autoriforma della
bozza del nuovo Statuto della Regione Calabria sta accadendo qualcosa di
fronte alla quale i cittadini e le organizzazioni civiche non possono
restare in silenzio o assistere come semplici spettatori. 1. Elezione diretta del Presidente della Giunta da parte dei cittadini (eventualmente con indicazione anche del vicepresidente) con possibilità per questi di comporre una Giunta formata da persone di sua fiducia i cui componenti siano esterni al Consiglio e se sono consiglieri decadano automaticamente al momento della nomina per rispettare il principio della separazione dei poteri. 2.
Sistema di contrappesi ovvero creazione di validi strumenti di controllo
e di garanzia, alcuni dei quali affidati a soggetti terzi e ad Autorità
indipendenti. Tali Istituti hanno il ruolo di intervenire per evitare il
rischio che il governo si appropri di questioni non sue o limiti le
libertà dei cittadini. 1. I cittadini eleggono i consiglieri regionali e tra essi indicano (con il sistema delle preferenze?) il Presidente della Giunta. I consiglieri rappresentano la comunità calabrese e in quanto tali approvano essi soli il programma presentato dal Presidente e determinano di conseguenza l'azione di governo e ne controllano l'operato. A dar forza a questa logica, i componenti della Giunta regionale devono essere scelti in larga maggioranza tra i consiglieri regionali (sono consentiti al massimo due esterni). 2. Al Consiglio sono riservati tutti i poteri di controllo e di indirizzo. Il ruolo degli organismi terzi è ridotto e residuale rispetto a quello del Consiglio. Infatti i sovrani che decidono della validità dei rilievi di tali soggetti di garanzia sono solo i consiglieri regionali. 3. Vengono esaltate le funzioni di controllo del Consiglio, a tal punto che, proprio per svolgere funzioni di controllo, vengono pienamente confermati i poteri di nomina del Consiglio dei dirigenti degli enti sottoordinati ridando, per questa via, poteri di gestione del Consiglio stesso, proprio quei poteri impropri che si dice, a parole, di voler eliminare e che sono fonte di consenso clientelare. 4.
Ruolo quasi da spettatori per i cittadini e residuale degli istituti per
garantire loro la partecipazione ai quali viene dato un riconoscimento
puramente formale; in conseguenza di ciò sono poche, logore e rigide le
modalità di partecipazione previste (non modificabili se non per via
statutaria: solo referendum abrogativo - niente referendum propositivi),
forti limitazioni all'accesso e all'utilizzo (elevato numero di firme
previste - circa 80.000 per il referendum abrogativo e 5.000 per le
proposte di legge di iniziativa popolare, mantenimento del quorum del
50% di validità del referendum). Risultato di ciò: esclusione dei
cittadini dal poter contribuire efficacemente al governo e al controllo. Infatti, si crea così una dissociazione tra il momento in cui viene indicata una persona quale Presidente dai cittadini, e il momento in cui viene approvato il programma dal Consiglio regionale. Infatti è solo nei confronti del Consiglio regionale che il Presidente s'impegna su uno specifico programma articolato, mentre nei confronti dei cittadini non è obbligato a prendere impegni. Ragion
per cui i cittadini potrebbero essere chiamati a votare le persone, ma
non il programma di Governo. Con la incredibile conseguenza di far sì
che si votino le persone sganciate dai programmi e Gianni Malgeri - Presidente di Calabria Civica - calabriacivica@tin.it <mailto:calabriacivica@tin.it>
3
giugno - Roma - Giardini di Castel Sant'Angelo - PRIMA SETTIMANA
NAZIONALE DELL'INFANZIA - 3/9 giugno 2002
3
giugno da e-group
leggequadro104 - L'Osservatorio permanente per l'integrazione
scolastica - Il decreto ministeriale del 26 aprile 2002 ha
ridefinito i componenti dell'Osservatorio, riattivando uno degli
strumenti di coordinamento e di snodo tra l'attività istituzionale e i
problemi della realtà quotidiana.
01 giugno - Comunicato stampa di Calabria Civica - una vera barriera alla crescita civile della Calabria Ha ragione il Presidente della Giunta Regionale quando, a proposito della proposta statutaria che la Commissione per le Riforme si appresta ad approvare, parla di "penoso arretramento etico, culturale e politico", ma l'arretramento non riguarda solo i rapporti tra l'Esecutivo, o meglio tra il Governo ed il Consiglio Regionale (pur se riguarda anche questo), ma più in generale il rapporto tra l'Istituzione Regione e i cittadini. Lo Statuto Regionale, infatti, dovrebbe essere un Patto: un Patto tra cittadini e Regione. Quello che sta disegnando la Commissione per l'Autoriforma sembra più un Patto tra Consiglieri regionali: tra quaranta Consiglieri che sperano di diventare sessanta (forse per aumentare del 50% la possibilità di essere rieletti?). Soprattutto lo Statuto elaborato dalla Commissione non risponde ad una questione fondamentale che, irrisolta finora, rappresenta una palla al piede per la nostra regione: come rafforzare gli strumenti di governo e al tempo stesso quelli di controllo e come garantire ai cittadini una partecipazione incisiva ai processi decisionali. Solo risolvendo questo nodo si potrà ridurre il senso di estraneità e di lontananza dei cittadini nei confronti dell'Istituzione Regione, che oggi rappresenta una vera barriera alla crescita civile della Calabria. E non si dica che si tratta solo o tanto di sensazioni. Solo per fare un esempio guardiamo alla parte dedicata ai poteri dei cittadini. Qui, al di là di qualche affermazione di principio, non si segnalano innovazioni significative rispetto allo stesso Statuto vigente (approvato trenta anni fa!) e alla normativa più recente. Anzi con la proposta di nuovo Statuto i cittadini calabresi non potranno più eleggere direttamente il Presidente della Giunta, non potranno proporre referendum propositivi né consultivi (per questi ultimi l'iniziativa sarebbe riservata ai soli Consiglieri regionali – il 40%), rimangono alte le barriere per utilizzare altri strumenti di democrazia diretta (il numero di firme per richiedere un referendum abrogativo è estremamente elevato – il 5% degli elettori calabresi, 80.000 persone circa – in proposte riguardanti altre regioni non si supera la soglia delle 20.000 firme), mentre la loro validità viene subordinata al raggiungimento del quorum del 50% più uno quasi irraggiungibile in Calabria. Soprattutto, nell'era di Internet non sono previsti strumenti per valorizzare la democrazia elettronica o per consentire più incisive forme di partecipazione delle organizzazioni civiche e sociali alla vita delle Istituzioni e al processo decisionale. Così di certo non si incentiva la partecipazione dei cittadini. Il Presidente di Calabria Civica Gianni Malgeri
Accessi a questa pagina dal 16/06/01
|
Ultimo aggiornamento: 09/06/03
Il Network del Giornalismo e della Comunicazione
Il Network del Giornalismo e della Comunicazione
|
||
|
|||
IDEAZIONE
E REALIZZAZIONE GRAFICA
|