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Registrazione n. 6/2001 - Tribunale di Reggio Calabria


Direttrice Responsabile: Paola Suraci


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Gennaio 2003

 

 

 

Febbraio 2003

 

 

 

27 febbraio - Roma - Anche Roberto Speziale , Presidente Nazionale dell'ANFFAS Onlus, presenta in un comunicato stampa le valutazioni della II Conferenza Nazionale sulle politiche della disabilità - i disabili intellettivi e relazionali e le loro famiglie, se necessario, scenderanno in piazza per riaffermare i diritti costituzionalmente garantiti.

   E’ opportuno premettere che una valutazione compiuta sulla manifestazione di apertura dell’ANNO 2003 – anno delle persone con disabililtà – e della II Conferenza Nazionale, sarà svolta nei prossimi giorni, soprattutto dopo avere analizzato e discusso le relazioni finali delle sessioni di lavoro, confrontate con le dichiarazioni finali del Governo. Ma non possiamo esimerci dal dichiararci “fortemente preoccupati”. 

   In ogni caso, già durante le giornate di Bari e subito dopo la loro conclusione, alcune riflessioni sono state condotte e in tal senso si ritiene utile renderle note non solo alle realtà locali dell’ANFFAS ma alla generalità del movimento dei disabili e delle loro famiglie.

  1. un confronto inevitabile

    E’ non solo legittimo, ma inevitabile rapportare la II Conferenza con la I Conferenza. Da questo punto di vista, due sono gli elementi che emergono con evidenza:

    a) tra la I e la II Conferenza si è registrata l’assenza (nella II) dei Ministri più direttamente coinvolti nella definizione e attuazione di adeguate politiche per la disabilità. Sottolineiamo in particolare l’assenza del Ministero della Salute e della Istruzione (presenti con i Sottosegretari all’ultima tavola rotonda che ha chiuso i lavori). Il dato non è ovviamente formale, né tanto meno riferito alla rappresentatività degli esponenti politici e tecnici dei Ministeri (va ricordata, tra l’altro, la qualificata presenza di funzionari ministeriali ad alcune delle sessioni di lavoro). Il dato è squisitamente politico in quanto la qualità delle iniziative per il superamento dell’handicap è misurabile proprio in relazione al tasso di integrazione (soprattutto l’integrazione sociosanitaria) tra le politiche

     b) la I Conferenza si è chiusa con l’intervento del Presidente del Consiglio che ha assunto l’impegno di redigere, in collaborazione con le Associazioni, un piano di azione pluriennale (cosa fatta, ma a cui non è stata minimamente assegnata il benché minimo livello di forza e di operatività). La II Conferenza si è conclusa invece con la presenza del Ministero del Welfare, e con dichiarazioni di impegno che hanno accolto alcune delle riflessioni e indicazioni provenienti dalle sessioni di lavoro.

  1. prima e durante la II Conferenza

    Nei giorni immediatamente precedenti la II Conferenza, si sono registrati tre fatti specifici:

  1. ai primi di febbraio il Ministero del Welfare presenta al Paese il Libro Bianco sul Welfare

  2. pochi giorni dopo (anche se la “notizia” ha iniziato a circolare in maniera più diffusa solo due/tre giorni prima l’avvio della II Conferenza) la stampa riferisce dei tagli (pesantissimi – oltre il 50%) che il Governo intende imprimere al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali

  3. viene annunciata la redazione di un provvedimento per la costituzione di un fondo nazionale per la non autosufficienza, un’iniziativa a cui lavoreranno congiuntamente i Ministeri della Salute e del Welfare e che dovrebbe raccogliere 15 miliardi di euro

    L’insieme di questi eventi costituisce già una buona parte dei temi affrontati nella II Conferenza, ed è in questo senso che l’ANFFAS esprime le sue perplessità e i suoi dubbi circa il pieno valore dell’iniziativa, se per pieno valore intendiamo la possibilità di vedere tradotte le dichiarazioni di impegno e le condivisioni espresse dalle Istituzioni presenti in concreti atti e comportamenti tesi al compimento delle leggi esistenti e al complessivo miglioramento della qualità di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie. Infatti:

 a) il Libro Bianco enfatizza il ruolo della famiglia non solo come riferimento valoriale e culturale che costituisce l’ossatura e l’essenza dello Stato, ma anche come elemento della società a cui fare confluire investimenti, iniziative, risorse e servizi, affinché la famiglia sia aiutata e sostenuta nel suo “lavoro” di tutela, cura e assistenza. Tutto ciò è stato ripetuto dagli esponenti del Governo, ma è altrettanto vero che sia da parte delle Associazioni che da parte delle sessioni di lavoro è stato ribadito con forza che una cosa è sostenere e aiutare la famiglia nel suo ruolo sociale e di relazione diretta con la persona con disabilità, e altra cosa sono i compiti della Repubblica per creare condizioni di inclusione sociale e pari opportunità in tutti i luoghi della società (istruzione, lavoro, sanità, ecc.). A fronte di un’iniziativa così importante come appare essere il Libro Bianco, è lecito chiedersi quali siano le reali intenzioni del Governo;

 b) la “minacciata” riduzione del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali ha reso oggettivamente stridenti le dichiarazioni delle Istituzioni presenti (Governo in particolare modo) di volere recepire le indicazioni e le direttive della UE in materia di inclusione sociale, così come stridente risulta il fatto che con la Legge Finanziaria 2003 il Fondo risulta costituito da risorse indistinte e non finalizzate, ponendo seri dubbi sulla possibilità che le esperienze positive sin qui registrate da alcune leggi di settore (p.e. L.162/98): è quindi del tutto legittimo chiedersi in che modo si possa affrontare e risolvere tale problema;

 c) in occasione della Legge Finanziaria 2003, le Associazioni aderenti alla FISH presentarono un emendamento relativo alla possibilità di attivare sperimentazioni regionali in materia di costituzione di fondi integrativi per coprire i costi di interventi sanitari e sociosanitari per le persone non autosufficienti. La Legge 289/02 (Finanziaria 2003) non raccolse quella proposta, salvo poi verificare che in realtà tale sperimentazione sarà avviata in alcune Regioni. Il fatto è quindi da intendersi in sé positivo, perché risponde (potenzialmente) a una serie di bisogni che hanno assunto e assumeranno dimensioni qualitative e quantitative non indifferenti. Il punto è esattamente questo: le scelte sui fondi integrativi devono essere frutto di intensi confronti che, ancora prima della definizione dei meccanismi di costituzione dei fondi, devono evidenziare i bisogni a cui si vuole rispondere. Il tema è quindi strettamente connesso alla definizione dei LEA  e dei LIVEAS (i livelli essenziali socio-assistenziali previsti dalla L.328/00), sui quali, sinora, le Associazioni devono purtroppo registrare una secca chiusura al confronto. Anche in questo caso quindi, è legittimo chiedersi come mai su un tema centrale come questo la Conferenza non si sia aperta e sviluppata con l’avvio del confronto, a partire, come già detto, dalla presenza del Ministero della Salute.

   Detto questo, è fuori di dubbio che la II Conferenza abbia messo in luce elementi comunque  positivi:

 > innanzitutto non è banale, ad avviso dell’ANFFAS, registrare la folta presenza dei disabili, delle Associazioni, degli operatori e di molte Istituzioni (EE.LL, ASL. Distretti sociosanitari, ecc.). L’ampia partecipazione, nonostante la fretta con la quale si è pubblicizzato l’evento, dimostra l’elevato interesse e l’estrema attualità dei temi toccati durante la Conferenza, e dimostra anche l’attenzione che i cittadini con disabilità e le loro Associazioni hanno rispetto alle agende politiche del Governo e del Parlamento;

> a livello di rapporti tra le Associazioni, è sicuramente da indicare come fatto positivo la posizione assunta dalla FAND (la federazione delle Associazioni cosiddette “storiche”) che chiede la costituzione di commissioni paritetiche (allargate quindi alla FISH) per affrontare i temi di attualità oggi in discussione

 > a livello di conclusioni, è oggettivamente positivo il fatto che nelle conclusioni delle sessioni di lavoro, riprese dal Sottosegretario Sestini, siano stati recepiti i punto di forza delle nostre proposte: la definizione di un processo di presa in carico dei bisogni della persona e della sua famiglia, l’adozione dei nuovi criteri di valutazione dello stato di salute delle persone (il riferimento esplicito è l’ICF), la revisione del sistema delle provvidenze economiche, la creazione di luoghi istituzionali (e quindi stabili) di consultazione con la parti sociali (sulla L.328/00, sui LEA e sui LIVEAS, sulla revisione delle procedure di accertamento, ecc.), la correzione di alcuni aspetti legislativi di particolare importanza (p.e. l’eliminazione del vincolo del possesso del certificato di gravità da almeno cinque anni per ottenere il congedo biennale retribuito), l’impegno sul Fondo Nazionale per le Politiche Sociali (partita però, come si è detto, del tutto aperta), l’allargamento dei benefici introdotti dalla L. Finanziaria 2003 alle altre situazioni di patologia genetica (oltre alle persone con Sindrome di Down);

 > infine, non ultimo, le dichiarazioni dell’Assessore De Poli (coordinatore area servizi sociali – Conferenza Stato/Regioni) - di cui ANFFAS ha apprezzato la competenza, la determinatezza, la condivisione dei temi di fondo che ci vedono comunemente impegnati - relativamente alla difesa del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, al coinvolgimento delle Associazioni per la definizione dei provvedimenti, alla necessità di considerare il progetto individuale per le persone con disabilità un livello essenziale di assistenza, da garantire su tutto il territorio nazionale.

   Conclusioni

   Nel suo insieme quindi, queste prime valutazioni sulle “giornate di Bari” non possono essere sintetizzate con un voto, positivo o negativo, ma devono essere oggettivamente svolte su un piano di problematicità, di complessità e di variabilità.

Soprattutto, crediamo sia giusto adottare un atteggiamento di “vigile attesa”, rinviando ogni cosa ad una valutazione concreta sulle azioni, i programmi ed i cambiamenti annunciati.

   Nello stesso tempo sia a tutti chiaro che ANFFAS, in assenza di risposte definitive, positive e concrete, che dovranno arrivare nel corso del 2003, “Anno Europeo delle Persone con Disabilità” , attiverà tutte le forme di lotta, non ultima la discesa in piazza dei disabili intellettivi e relazionali e delle loro famiglie, per riaffermare i diritti costituzionalmente garantiti.



27 febbraio - Rende (CS) - Comunicato Stampa di Calabria Civica - PRENDE AVVIO UN'INIZIATIVA CIVICA PER DARE RICONOSCIMENTO ALLA CITTADINANZA SOCIALE IN CALABRIA - Lo ha dichiarato Gianni Malgeri nel corso di una conferenza stampa.

   "Prende oggi avvio un'iniziativa civica che ha l'obiettivo di dare pieno riconoscimento in Calabria alla cittadinanza sociale e perchè si realizzi davvero un sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali nella nostra regione". Lo ha dichiarato Gianni Malgeri, Presidente di Calabria Civica, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede regionale dell'associazione.

   Calabria Civica ha quindi chiesto di sospendere l'iter di approvazione del disegno di legge in discussione presso la Terza Commissione "Sanità e Servizi Sociali" del Consiglio Regionale e di rivedere la normativa anche per quanto riguarda gli articoli già esaminati. Una richiesta forte che nasce da un esame approfondito del testo normativo regionale anche alla luce di quanto si sta sviluppando e producendo, con ben altra qualità, in diverse regioni d'Italia.

   Calabria Civica ha messo in evidenza che il testo calabrese, per larghi aspetti, di fatto rinvia l'attuazione della riforma Turco (L. 328/2000), soprattutto non ne recepisce lo spirito e finisce così quasi per imbalsamare l'esistente.

   Si tratta di una legge di recepimento con la quale, paradossalmente, si riportano i principi, senza poi definire l'assetto istituzionale con cui dar loro concreta attuazione e ciò è particolarmente evidente per gli aspetti più innovativi e rilevanti della Legge Quadro nazionale: ruolo istituzionale della cittadinanza sociale, individuazione delle politiche sociali, strumenti di verifica dei risultati e relative sanzioni.

   Numerose altre incongruenze della normativa sono state poi poste in evidenza:

   dai compiti duplicati (tutti partecipano ma non si capisce con quali ruoli) al mancato collegamento tra Piano Sociale, di cui non viene valutato l'impatto, e Piano Sanitario, al riaffermato centralismo regionale che limita il ruolo delle comunità e degli altri Enti locali (es.: comuni), all'ennesima creazione di organismi pletorici, costosi ed inutili (una Conferenza Regionale che assomiglia a un vero e proprio carrozzone), invece di definire luoghi e modi in cui si possa concretamente partecipare alla definizione delle politiche. Addirittura vi è la previsione di contributi alle organizzazioni del Terzo Settore non legati specificamente a servizi alla persona: contributi che rientrano persino nel fondo sociale regionale con il rischio di rafforzare logiche clientelari.

   Calabria Civica ha così, su un tema centrale per la qualità della vita nella nostra regione, dato avvio alla prima iniziativa dell' Officina dei Cittadini, un luogo in cui si lavora per dare forza e voce alla cittadinanza attiva calabrese, aperto al contributo di tutti.

   Nei prossimi giorni l'Officina realizzerà un'iniziativa a rete rivolta a tutti i soggetti interessati ed in particolare, agli enti locali, alle forze politiche e sociali, sindacali, dell'associazionismo, del volontariato e complessivamente del terzo settore per una seria riflessione e per affrontare i nodi da sciogliere per la creazione di un sistema integrato di servizi sociali capace di dare risposte personalizzate ai bisogni dei cittadini.



20 febbraio - Lamezia Terme (CZ) - Frutto di stupidità o di strafottenza il gesto discriminatorio del Consiglio Regionale? - Protesta della FISH Calabria contro la Giunta Regionale - Hanno modificato la recentissima delibera n. 1271 del 27 dicembre 2002 nella parte relativa alla rappresentanza delle associazioni in materia di diritto al lavoro delle persone con disabilità.

   In particolare, la Federazione si riferisce all’art. 1.1 comma d) della Legge regionale n. 32 del 26 novembre 2001  «Norme per la promozione e lo sviluppo del diritto, al lavoro delle persone con disabilità».che recita testualmente “tre esperti rappresentanti delle categorie invalidi comparativamente  più rappresentative nel territorio designati dalle categorie medesime,  modificata  con le seguenti parole,  tre esperti rappresentanti delle Associazioni che per Legge hanno la tutela dei diritti dei disabili. 

   Una scelta che chiaramente è contro i principi dell’Anno Europeo delle persone con disabilità. Riteniamo che con tali decisioni la Regione Calabria voglia:

-       mortificare e sopprimere il protagonismo e i principi di partecipazione delle persone con disabilità, delegando la rappresentanza ad organismi di categoria, che assolutamente non sono rappresentative dei bisogni di tutte le persone con disabilità calabresi;

-       allontanarsi dalle scelte politiche del Governo nazionale e dei Governi delle altre Regioni italiane;

-       non applicare la Legge 12 marzo 1999, n. 68 "Norme per il diritto al lavoro dei disabili".

   La FISH Calabria, dice basta ai meccanismi clientelari che favoriscono le associazioni di categoria: ANMIC, UIC e ENS, regalandogli fondi per mantenere gli apparati a scapito dei servizi alle persone con disabilità, a cui vengono tragicamente ridotti i fondi necessari per i servizi di prima necessità.

    Chiede

   - il ripristino della legalità attraverso l’applicazione corretta delle leggi sulla disabilità, il confronto con le associazioni delle persone con disabilità, riducendo il potere assoluto ad organizzazioni che continuano a considerarsi di tutela dei diritti dei disabili, ma che per la verità tutelano solo i loro apparati:

   - l’immediata modifica della Legge Regionale del 26 novembre 2001, n. 32 pubblicata sul Bollettino Regionale il 31 dicembre del 2001 Supplemento straordinario n. 3, “Norme per la promozione e lo sviluppo del diritto al lavoro delle persone con disabilità, apportando i seguenti cambiamenti:

 >       art. 5 punto 1  Associazioni che per Legge hanno la tutela dei diritti dei disabili” deve essere sostituito con “Associazioni dei disabili comparativamente più rappresentative a livello provinciale”

>       art. 11 punto 5 comma “g” Associazioni che per Legge hanno la tutela dei diritti dei disabili”, deve essere sostituito con Associazioni dei disabili comparativamente più rappresentative” .

   La modifica della Delibera Regionale n. 1271 del 27/01/2002, all’art. 1.1 comma d) ,  tre esperti rappresentanti delle Associazioni che per Legge hanno la tutela dei diritti dei disabili. Deve essere sostituito con “tre esperti rappresentanti delle Associazioni di disabili comparativamente  più rappresentative nel territorio.

  Per informazioni: Nunzia Coppedé Tel. 0968/462419 Cell. 3487913803 Fax 0968/462520 E-mail nunziac@fishcalabria.org



18 febbraio - da "Superabile" - Esserci tutti, come? - Le riflessioni 'post Bari' di Nunzia Coppedé, presidente della Fish Calabria e da sempre voce delle persone disabili del Mezzogiorno.  La voglia di esserci, le difficoltà logistiche, il silenzio dei media, l'impostazione del Governo e le posizioni delle associazioni.

di Nunzia Coppedè*

   Il ritorno a casa da Bari in pulmino. Cinque ore per scaricare le emozioni, la tensione nervosa, le attese e le delusioni vissute nei tre giorni della Conferenza nazionale delle persone con disabilità. L'arrivo a casa, i commenti, i ricordi che si accavallano e si confondono ma poi tornano nitidi.
   'Esserci tutti', questo lo slogan della conferenza. Sicuramente non c'eravamo tutti, ma eravamo in tanti. Tanti di più dei numeri previsti dagli organizzatori. Tanti volti conosciuti, ma anche tanti volti nuovi, la gioia di incontrarsi e rincontrarsi.
   La forza partecipativa delle persone con disabilità è stata l'elemento di senso di questo appuntamento.
   La voglia di fare e la determinazione delle persone con disabilità è emersa chiaramente nelle sessioni di lavoro dove hanno dimostrato di aver molto da dire, un dire chiaro che è stato manifestato elaborando proposte concrete.
   E tutto questo è avvenuto con grosse difficoltà, perché gli ambienti in cui si svolgevano i lavori non permettevano un dialogo fluido e sereno per i troppi rumori.
   I giornali regionali, la mattina del 16 febbraio, denunciavano i disagi con cui le persone con disabilità hanno dovuto fare i conti durante la Conferenza, i mass-media, a scala nazionale, hanno lasciato scivolare l'evento nella totale indifferenza, ancora una volta il dibattito sui contenuti ha trovato spazio esclusivamente nei luoghi del mondo della disabilità.
   D'altra parte la pessima organizzazione logistica ha creato molti disagi alle persone con grave disabilità pervenute dalle diverse località italiane, tanto da farne diventare la notizia più importante.
   Le proposte emerse dalla base sono molte, tutte chiare e concrete. E' emerso chiaramente che le persone con disabilità vogliono vivere una vita di senso ed avere pari opportunità, chiedono l'applicazione corretta delle Leggi, interventi che restituiscano dignità, correttivi che eliminino i conflitti causati tra leggi in contraddizioni tra loro, la revisione delle modalità di accertamento d'invalidità, la garanzia di studiare, lavorare, incontrare amici, divertirsi. In poche parole vivere la propria vita progettare un futuro nel quale la qualità della vita sia migliore per tutti.
   Il Governo si è presentato alla Conferenza con una parola d'ordine “la famiglia” come luogo naturale da incentivare e a cui delegare il futuro dei propri congiunti con disabilità, ma dalla Conferenza si è alzato un coro di “no”. Occorre, infatti, una rete di servizi territoriali che garantiscano l'inclusione sociale a tutti i cittadini con disabilità, e si é chiesto al Governo una strambata strategica da realizzare con la corretta applicazione delle Leggi: Legge 104/92 con tutte le modifiche aggiunte; Legge 68/99; Legge 328/2000; ecc.    

   Mi auguro che il Governo sappia far tesoro del patrimonio di idee e proposte emerse.
La Senatrice.Grazia Sestini durante l'apertura dei lavori, davanti ad una plenaria gremita, ha detto: «aspettate dicembre del 2003 per giudicarci». E noi aspetteremo e verificheremo, con la speranza di non aver atteso invano.
   Inoltre, mi auguro, che con la Conferenza di Bari il Governo abbia compreso i disagi in cui sono state esposte le persone con grave disabilità e che ne faccia tesoro per l'organizzazione dei prossimi appuntamenti con una accoglienza più adeguata.
* Presidente FISH Calabria Onlus



18 febbraio - Rende (CS)  - Riceviamo e volentieri pubblichiamo - NASCE IL COORDINAMENTO CONTRO LE MAFIE A COSENZA - Nuova iniziativa di Calabria Civica

   Carissimi, ho il piacere di annunciarvi che mercoledì prossimo 19 febbraio alle ore 17.00 presso la sede di Calabria Civica a Rende, in Via F. Todaro, 85 (presso la ex Delegazione Municipale di Quattromiglia, a fianco dei Vigili Urbani) si terrà un incontro per la fondazione di Libera - Coordinamento di Cosenza.

   Alla riunione, che avrà carattere preliminare (informazione e conoscenza del significato dell'iniziativa, raccolta di disponibilità e volontà di impegno) parteciperà Mimmo Nasone, coordinatore di Reggio Calabria di Libera.

   Conto sulla vostra presenza, ricordandovi che questo invito è esteso a tutti coloro che voi riteniate interessati all'iniziativa.

   A presto

Gianni Malgeri



13 febbraio - Roma - Intervista di Pietro Barbieri, Presidente FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), a "Sociale - Scuola",  alla vigilia della Conferenza Nazionale delle persone con disabilità - a cura di Nunzia Coppedè

   Alla vigilia della Seconda conferenza nazionale sulle politiche della disabilità e dall’apertura ufficiale dell’anno europeo delle persone con disabilità, Pietro Barbieri, presidente della Fish (la Federazione italiana superamento handicap), anticipa le aspettative e alcuni dei temi principali che verranno affrontati durante i tre giorni di convegno a Bari. 
Che cosa vi aspettate da questo incontro?
 
   “Per noi è un punto di partenza, rappresenta un inizio. Il problema centrale è che il Governo, in questo suo primo periodo di attività, ha presentato volti e direzioni diverse nella gestione delle politiche verso i disabili. Per di più tutte molto parziali e frammentarie. Ora c’è la comprensione nitida che è necessario un salto di qualità. La Conferenza è quindi  un momento di stop, per riflettere sul fatto che sono fondamentali azioni pratiche, chiare e concrete”. Che finora non ci sono state…  “Il Governo ha mostrato finora un disimpegno evidente, pur avendo dichiarato che sulla disabilità avrebbe operato in continuità con i governi precedenti. 
   Poi sono stati portati avanti una serie di interventi che io definisco schizofrenici, ovvero completamente privi di un coordinamento organizzato, di un cabina di regia”.
   Di che cosa c’è bisogno, quindi?
  
“E’ necessaria concretezza, determinazione, chiarezza. Ci aspettiamo di essere sorpresi dal Governo. Sono ora fondamentali politiche attive, che abbiano un quadro chiaro e, ribadisco, una cabina di regia organizzata, che renda partecipi le associazioni e che si ponga il fermo obiettivo di interventi concreti. Percorsi ben definiti, quindi, che come ci indica l’Europa siano pensati e messi in pratica insieme alle rappresentanze delle diverse associazioni di disabili”.
   Quali sono, quindi, le vostre priorità?
   “I punti principali per noi sono due: la necessità di riforme normative, in Italia, per l’unificazione delle forme di accesso ai diritti – quindi pratiche uniche per i diversi settori -, e la garanzia di omogeneità dei servizi su tutto territorio nazionale e in tutti i settori: dalla scuola al lavoro”.
 _________________________________
FISH - Federazione italiana superamento handicap
- Indirizzo:Via Giuseppe Cerbara, 20 - 00147  - Roma (RM) - Tel: 06/51605175, Fax: 06/51883253 - E-mail: fish-presidenza@libero.it - responsabile:Pietro V. Barbieri addetto alla comunicazione: sito/i internet:
http://www.handy-lab.org

   Cosa é la FISH 
   La Fish è una federazione di associazioni nazionali e locali nata nel 1994 che si propone di promuovere politiche di superamento dell’handicap, partendo dai principi di tutela dei diritti umani e civili delle persone con disabilità e dalle Regole standard dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Interviene per garantire la non discriminazione, la eguaglianza delle opportunità e l’integrazione sociale in tutti gli ambiti della vita.

 Le sue attività primarie sono:

  1. coordinamento nazionale delle associazioni aderenti; rappresentanza presso le istituzioni della voce unitaria dei disabili nei confronti del Governo, del Parlamento e di altre istanze nazionali;

  2. partecipazione alla consulta nazionale per la disabilità del Dipartimento degli Affari Sociali, Presidenza del Consiglio; partecipazione alla consulta delle associazioni presso l’osservatorio sull’integrazione scolastica del Ministero della Pubblica Istruzione; 

  3. partecipazione alla consulta delle associazioni del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale; partecipazione a tutte le commissioni e comitati nazionali in cui si trattano le tematiche attinenti alla disabilità .

    Alla Fish aderiscono
   ventuno associazioni nazionali, le associazioni locali di sei Regioni già raggruppate nelle rispettive Fish regionali e due associazioni locali.



12 febbraio - Comunicato stampa di "Genitori.It" - "Roma: strisce rosa per una città a misura di mamma"
   Roma, città aperta, blocca le donne in gravidanza e nei primi anni di vita dei loro bambini.
   Più di una gravida su tre rinuncia al trasporto pubblico per tutta la gestazione. Tutte le mamme lamentano la presenza di barriere architettoniche; il 90% percepisce le difficoltà di spostamento e la mancanza di strutture adeguate come una minaccia alla propria salute e a quella del bambino.
   Una indagine,presentata oggi alla stampa al Campidoglio, fotografa  un diffuso disagio delle donne con figli nella capitale. Davanti a questa realtà, con il sostegno del Moige, un 'alleanza trasversale di maggioranza e opposizione presenta al Comune di Roma le seguenti proposte:
   - dal sesto mese di gravidanza al primo anno di vita un posto macchina riservato sotto casa;
   - la disponibilità resa pubblica ed effettiva su ogni mezzo pubblico  di almeno n. 6 posti riservati alle donne in gravidanza a partire dal terzo mese fino al terzo anno di vita del bambino;
   - estensione anche alle gravide  e alle donne con carrozzina, del diritto di utilizzo nei luoghi pubblici delle piattaforme per salire le scale adesso riservate solo ai portatori di handicap.
   Protagonisti dell'iniziativa insieme al Movimento Italiano Genitori e all'On. Michele Baldi  (Alleanza Nazionale) anche l'On. Fabrizio Panecaldo (Lista per Veltroni) delegato dal sindaco per i parcheggi.
   << E'  un gesto che non costa nulla in termini di economia di bilancio della città ma che manifesta grande civiltà e attenzione nei confronti delle mamme.>> ha detto l'On. Michele Baldi. <<Le difficoltà di mobilità cui queste vanno incontro nel momento più bello della loro vita - ha proseguito il consigliere comunale di Alleanza Nazionale - possono essere risolte da questa amministrazione in modo intelligente con queste soluzioni e una maggiore sensibilizzazione>>.
   Dall' "Indagine sulla vivibilità e mobilità delle donne in gravidanza e nel puerperio nella città di Roma" condotta dal Movimento Italiano Genitori è emerso un disagio diffuso: sebbene la maggioranza dichiari di utilizzare abitualmente per spostarsi uno o più mezzi pubblici, ben il 35% vi rinuncia per tutta la gravidanza e solo il 6% continua ad usufruirne fino al parto. La mancanza di un posto a sedere riservato (86%), seguito dall'eccessivo affollamento (55%) e dalla cattiva qualità dell'aria (37%) sono i disagi che inducono le donne a non usufruire dei servizi di trasporto. Anche l'impiego della propria auto viene percepito come disagevole. Il 99% delle donne in attesa e il 95% di quelle con figli dichiara che troverebbe utile avere un parcheggio riservato sotto casa.   

   <<E' un iniziativa pilota che intendiamo portare anche in altre città italiane>> ha affermato Maria Rita Munizzi Presidente del Moige. <<La tutela della maternità e dei minori consiste anche nel rendere le città più vivibili e a misura di mamma e bambino anche per ciò che concerne la loro mobilità >>. <<E' inaccettabile - ha proseguito - che un numero crescente di mamme si lamenti di dover stare per lunghi tragitti in piedi sui mezzi di trasporto pubblici, urge una campagna di sensibilizzazione a riguardo>>.
   L'indagine è stata condotta su 800 donne con figli e in gravidanza. La difficoltà di spostamento e la mancanza di strutture adeguate vengono percepite dalle gravide come una minaccia alla propria salute e a quella del bambino ed indicano fra i possibili effetti negativi dello stress e dello sforzo fisico: parto prematuro, aborto e basso peso alla nascita.

   Per il loro stato di gravide e puerpere desiderano: maggiori diritti (55%), maggiori attenzioni (16%), contributi speciali (23%), uno sportello dedicato (45%).



11 febbraio - Rende (CS) - Comunicato stampa di Calabria Civica - Nasce l'Officina dei Cittadini - Lo ha deciso il Direttivo che si è riunito nei giorni scorsi presso la sede regionale di Rende

   Tre i settori di lavoro previsti nell'Officina: Politiche dei cittadini, Tutela dei diritti e Promozione della qualità, Politica culturale.

   Nell'ambito delle Politiche dei cittadini le prime iniziative riguarderanno: il Piano Sanitario Regionale, la lotta agli sprechi e gli strumenti per garantire una più efficace tutela del diritto alla salute in Calabria; l'attuazione di politiche sociali a difesa dei più deboli e contro l'esclusione sociale (a cominciare dalla Legge 328/2000); la sperimentazione di nuove forme di partecipazione dei cittadini alla vita politica regionale per evitare i rischi di impoverimento della Democrazia in Calabria e dare strumenti decisionali ai cittadini (si pensi, per fare un solo esempio, al caso della legge sui portaborse e del cosiddetto concorsone).

   Per quanto riguarda il settore "Tutela dei diritti e Promozione della Qualità" si costituiranno gruppi di Attivisti civici per monitorare il funzionamento dei principali servizi. All'iniziativa, che riguarderà i principali centri calabresi, potranno partecipare tutti i cittadini e le associazioni interessati: al termine verrà redatto un rapporto sullo stato dei servizi, ad iniziare da quelli sanitari, valutati con gli occhi dei cittadini, corredato di proposte e di scelte per migliorarne il funzionamento.

   Infine, sarà rafforzata la Politica culturale dell'associazione attraverso la costituzione di una Scuola Civica, che opererà inizialmente con progetti e percorsi di educazione civica rivolti sia a ragazzi che ad adulti; la messa in Rete con altre esperienze (ad esempio Libera); l'istituzione di un Premio che dia riconoscimento a chi si è distinto nel far crescere il senso civico in Calabria.

   "E' trascorso quasi un anno dalla nascita di Calabria Civica – ha commentato Gianni Malgeri, presidente dell'associazione – Un anno ricco di iniziative e di risultati. Una crescita testimoniata da tante adesioni, dal sostegno dei cittadini, dalla messa in rete con esperienze di altre associazioni, sia sociali che culturali. Oggi, sulla base delle esperienze realizzate, con la decisione di costituire l'Officina dei Cittadini, Calabria Civica intende offrirsi per quanti vogliano dare un contributo concreto per migliorare la qualità della vita in Calabria e far valere il punto di vista più importante, quello più spesso dimenticato o negato nella nostra regione: il punto di vista dei cittadini"




CDH Bologna
STAGE DI FORMAZIONE:

ADOLESCENZA E HANDICAP
Bologna, Venerdì 7 marzo 2003



Le situazioni come l'handicap, la malattia cronica, i deficit permanenti
tendono a nascondere e coprire all'occhio dell'operatore i vissuti
adolescenziali degli utenti:
il corpo che cambia, le nuove richieste affettive, le diverse modalità di
esprimere disagio. Molto spesso, inoltre, i mondi dell'adolescenza
"normale"  e dell'adolescenza in relazione a situazioni
problematiche  seguono strade parallele ma separate e la stessa cultura che
gli operatori acquisiscono nei propri ambiti professionali rimane chiusa
all'interno di questi mondi, cristallizzando così le proprie letture della
problematica adolescenziale.
Di fronte ai bisogni che cambiano gli operatori si trovano a dover definire
un nuovo ruolo, nuove modalità e finalità educative, capaci di tener aperta
la prospettiva vitale nel futuro nonostante la presenza di un danno.

Per informazioni: Giovanna Di Pasquale, CDH
Bologna,  051.6415005  giovanna@accaparlante.it



3 febbraio - Bologna - E’ arrivato il 2003, anno delle persone con disabilità!

Una sfida per continuare a crescere ancora - di Claudio Imprudente 

   Navigando in internet per i siti del ministero delle politiche sociali, della comunità europea, del segretariato sociale della Rai ho trovato molti riferimenti al 2003, anno delle persone con disabilità. Ecco un documento introduttivo:

   “L’anno dovrà portare all’ottenimento di pari diritti per le persone disabili. L’attenzione sarà focalizzata, in tutta Europa, nelle molte aree della società dove barriere e discriminazione esistono ancora. L’Anno Europeo delle persone con disabilità è un’opportunità storica per potere migliorare la situazione di 38 milioni di disabili in tutta Europa(uno su 10 europei). Le persone disabili sono cittadini con pari diritti. Nuove misure ed un coinvolgimento attivo di tutti i settori dovranno portare ad un cambiamento positivo nel modo in cui le nostre società includono i disabili. Il 2003 dovrà rappresentare l’inizio di una nuova era, un modo nuovo con il quale la società guarderà ai disabili”

   L’ultima iniziativa di questo genere risale al 1981 ed era denominata “anno mondiale dell’handicappato”. All’epoca avevo ventun anni, l’Italia stava per diventare campione del mondo, e cominciavo a frequentare le ultime file dei convegni sull’argomento handicap.

   Mi ricordo che i nodi di dibattito erano principalmente due: i diritti delle persone handicappate e le famigerate barriere architettoniche. I primi, non si sa perché, non erano mai accompagnati dai doveri, e le seconde erano conosciute solo dagli addetti ai lavori. Le associazioni di categoria si battevano per avere garantite l’assistenza e l’accessibilità nel tessuto sociale. Erano tempi in cui aleggiava lo stereotipo dell’handicappato che protesta e recrimina, oppure resta da solo in casa, tristemente davanti alla TV. Paradossalmente sul palco di quei convegni non si vedeva mai un handicappato. Combattendo quelle battaglie giuste e necessarie formammo un gruppetto per ragionare su come un disabile potesse diventare risorsa per la collettività. Iniziava il cammino del Centro Documentazione Handicap di Bologna.  

   Venti anni dopo ecco un’altra iniziativa: il 2003, anno delle persone con disabilità.

   L’handicappato è diventato persona con disabilità! Questo cambiamento rivela una importante evoluzione culturale: la persona non è più rappresentata dagli ostacoli che incontra bensì dalle abilità che non ha. Viene riconosciuto che gli handicap, cioè gli ostacoli, sono nelle strutture e nel vissuto culturale di ognuno. Con questa prospettiva, come sostiene Andrea Canevaro, diventa compito di tutti lavorare per la diminuzione di questi ostacoli. Ormai sono mesi che il Centro Documentazione Handicap di Bologna sta lavorando per non lasciarsi scappare questa importante occasione. L’obiettivo è un ulteriore salto di qualità: la persona non deve essere rappresentata dai propri deficit e dalle proprie non-abilità. Se proprio è necessario istituire una categoria, partiamo dalle abilità, non solo quelle residue, ma soprattutto quelle diverse e nuove.

   Sempre navigando per siti importanti ho trovato anche una serie di punti-obiettivo che mi sembra utile riportare:

  • Incoraggiare la riflessione e la discussione di misure necessarie atte a promuovere pari opportunità per le persone disabili in Europa;

  • Promuovere lo scambio di buone abitudini e strategie efficaci studiate a livello locale, nazionale ed europeo;

  • Incoraggiare la riflessione e la discussione di misure necessarie atte a promuovere pari opportunità per le persone disabili in Europa;

  • Rafforzare la collaborazione tra tutte le parti coinvolte, principalmente governo, partner sociali, OGN, servizi sociali, settore privato, comunità, gruppi di volontariato, persone disabili e le loro famiglie;

  • Aumentare la comunicazione sulle disabilità e promuovere un’immagine positiva delle persone disabili;

  • Aumentare la consapevolezza di eterogeneità delle persone disabili e dei vari tipi di disabilità;

  • Aumentare la consapevolezza della discriminazione su più livelli che devono affrontare i disabili;

  • Prestare particolare attenzione ai diritti dei bambini e dei giovani disabili per ottenere uguaglianza nell’istruzione. Questo per incoraggiare e sostenere la loro completa integrazione nella società e per promuovere lo sviluppo della collaborazione europea tra coloro coinvolti professionalmente nell’istruzione di bambini e giovani disabili, per poter quindi migliorare l’integrazione di scolari e studenti con bisogni speciali in strutture normali e specializzate e in programmi di scambio nazionali ed Europei.

   Tutti i punti citati mi trovano d’accordo. Evocano dei principi e delle strategie che, da tempo, animano il nostro lavoro. Stiamo già cogliendo i frutti della creazione di una serie di reti di relazioni che facilitano lo scambio di esperienze e buone prassi. Come si sa l’unione fa la forza, e oltre a un peso politico maggiore, una rete garantisce più informazione su occasioni da non perdere. Si è rivelato importantissimo stringere legami fra istituzioni pubbliche, imprese profit e terzo settore.

   La visibilità è un altro fattore determinante: sempre i mass-media si sono rivelati in grado di modificare e migliorare la cultura di un paese. Basterà dare qualità, correttezza e un pizzico di creatività ai contenuti e alle informazioni trasmesse. La Rai ha dimostrato di voler impegnare ingenti risorse durante questo importante anno, lo ha fatto dando voce a quelle realtà, anche non istituzionali, che danno contributi innovativi e di qualità.

   Finalmente l’anno è a livello europeo, non universale: significa dare concretezza e realismo all’iniziativa senza avere la presunzione di imporre principi, politiche e soluzioni a livello mondiale.

   Per concludere, l’ONU ha istituito il 2003 come l’anno mondiale dell’acqua, questo mi ha suscitato una riflessione: l’acqua è simbolo della vita e una risorsa fondamentale per l’uomo. Credo che anche l’handicap potrebbe diventare risorsa e simbolo di vita.

   C’e molto da lavorare, ma niente paura, è solo una questione di tempo!

   Claudio Imprudente

Presidente del Centro Documentazione - Handicap di Bologna 

claudio@accaparlante.it

Fabrizio Rizzoli  - 

Fabrizio@accaparlante.it



1 febbraio . Rende (CS) - Dopo la relazione della Corte dei Conti

si abroghi la Legge sui portaborse e si revochi il concorsone

   Tutti i rilievi di natura contabile, etica e di efficienza che abbiamo sollevato con forza da mesi per chiedere l'abrogazione della Legge regionale 25/2001, e la revoca del concorsone che ha consentito l'assunzione dei portaborse, sono stati confermati dalla più alta magistratura contabile della Calabria, nella relazione annuale del Procuratore Regionale della Corte dei Conti, Nicola Leone, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario: tutti i rilievi, nessuno escluso.

   Tutte le ragioni di natura politica che hanno portato alla mobilitazione di tantissimi cittadini e di decine di associazioni e alla raccolta di oltre 7000 firme in poco più di due mesi (5300 delle quali già consegnate con l'aiuto della Befana) perchè venisse cancellata una legge avvertita come ingiusta, simbolo di privilegio, di sprechi e di un uso privatistico delle istituzioni calabresi, sono state in pieno confermate dalla relazione annuale del Procuratore Regionale della Corte dei Conti, Nicola Leone, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario: tutti le ragioni, nessuna esclusa.

   Basta? Basta!

   "Nessun moralismo", dice il Procuratore Leone. Nessun moralismo, né demagogia, né populismo, diciamo noi, che da sempre lo abbiamo ripetuto anche a chi non vuol sentire e non vuol capire. Solo l'evidenza dei fatti e la difesa dei nostri diritti e dei nostri interessi: in primo luogo la salvaguardia delle nostre istituzioni. In questi mesi migliaia di cittadini con grande senso civico, con forza, compostezza e responsabilità hanno chiesto precisi atti politici e istituzionali. Abbiamo fatto da noi e non da soli: da cittadini, da giornalisti, da vescovi, da magistrati, da intellettuali, da imprenditori e da politici responsabili.

   Ora non ci sono più alibi per nessuno: chi ha sbagliato lo ammetta, e ne tragga le conseguenze. Si abroghi la legge e si revochi il concorsone, si elimini lo scandalo dei monogruppo costruiti ad arte a spese dei cittadini calabresi.

   Chi ha politicamente voluto, appoggiato o beneficiato (in termini familiari o di amicizia di partito) di questa legge, chi in tutti questi mesi l'ha difesa negando l'evidenza della sua inutilità e profonda ingiustizia (rapporti fiduciari di natura privatistica trasformati per legge in posti di lavoro a tempo indeterminato per funzioni pubbliche) si dimetta dai propri incarichi istituzionali e di partito per ridare credibilità e dignità alla massima istituzione calabrese e alla Politica in Calabria.

   Il portavoce di Rete Civica Calabria Gianni Malgeri

Calabria Civica: via F. Todaro n°85 - 87036 - Rende (CS) - tel. e fax 0984 402158 e-mail: calabriacivica@tin.it



1  febbraio - Da "Il Messaggero on line" - I disabili in Europa sono 37 milioni - Istruzioni per aiutarli - di LUIGI CANCRINI

   PARTE oggi (26 gennaio, n.d.r.) ad Atene l’anno europeo degli handicappati. Si chiuderà in Italia a dicembre dopo aver toccato tutte le grandi città del Vecchio Continente: del continente saggio, nel senso proposto di recente a Bruxelles da Romano Prodi, proprio nella sua capacità di dedicare ai suoi "cittadini invisibili", ai suoi 37 milioni di disabili, un anno che si apre, nel mondo, nel segno della confusione e della guerra. Perché il problema vero dell’umanità di oggi è quello di una distribuzione ineguale delle ricchezze e delle opportunità. Fra popoli più ricchi e più fortunati ed altri che lo sono di meno. Fra cittadini di serie A e cittadini che non hanno accesso ai loro diritti fondamentali neanche all’interno dei Paesi in cui si consuma, s’investe e si spende più di quello che sarebbe necessario per stare bene tutti.
   Poiché ci vivo e ci lavoro in mezzo da una vita mi sono chiesto spesso perché è così difficile affrontare in modo sano e costruttivo questo tipo particolare di problema. Franco Basaglia mi disse una volta che l’ostacolo maggiore per le persone sane (che si ritengono sane) nel momento del loro incontro con l’handicap è costituito dal loro handicap interno. Dalla loro paura di non essere normali. Dall’orrore di chi teme di specchiarsi nell’occhio dell’altro scoprendosi diverso, limitato o deforme. Utile soprattutto a difenderci dalla percezione di quello che non ci piace di noi, il pregiudizio nei confronti del diverso era secondo Basaglia (e io sono d’accordo con lui) un modo di portare fuori, sciogliendolo in aggressività diretta all’esterno, il nodo della nostra incapacità di guardare quello che di noi stessi non siamo in grado di accettare.
   Può essere davvero importante ricordare, nel giorno della Shoah, che la furia omicida del nazifascismo non si rivolse solo contro gli ebrei. Espressione di quella che era, nell’idea di quelli che pensavano di essere degli scienziati e che erano in realtà dei pazienti molto più gravi di quelli che avrebbero dovuto curare, una degenerazione pericolosa delle razze forti, gli handicappati fisici e mentali si trovarono in prima fila nelle liste di proscrizione affidate alle Ss. Malati di mente e minorati psichici vennero uccisi sistematicamente e a decine di migliaia allora in lager travestiti da ospedali psichiatrici da uomini che credevano di essere coraggiosi. L’odio verso il diverso è parente stretto da sempre della vigliaccheria, infatti, e prendersela con i disabili era persino più facile che prendersela con gli ebrei. Il sacrificio dei disabili sterminati dal nazismo, tuttavia, non è oggetto, oggi, neppure del ricordo. I superstiti ebrei dell’Olocausto sono riusciti, infatti, ad imporne a tutti la necessità, mentre i familiari e gli amici di quelli che morirono per colpa del loro handicap non hanno saputo fare neppure questo. Proponendo una situazione paradossale di ricordo selettivo: dove c’è forse traccia, ancora oggi, di un pregiudizio non del tutto superato. Neanche a livello delle celebrazioni ufficiali.
Si potrebbe partire da qui, credo, per dare il giusto rilievo anche alle notizie positive che arrivano ogni tanto nelle redazioni dei giornali. Il gruppo di pazienti psichiatrici che parte da Milano per il Kilimangiaro o che impara la vela nel mare di Livorno sono importanti soprattutto per dire quante sono, e quanto straordinarie e creative, le cose che si potrebbero fare se davvero si volesse farle. Ben sapendo però che iniziative di questo genere sono iniziative moltiplicabili soltanto in tempo di pace e che non c’è insulto più terribile per i disabili di tutto il mondo di quello che viene dalla competizione sfrenata e dalla guerra che è sempre stata e sempre inevitabilmente sarà la causa prima del loro moltiplicarsi e dell’odio con cui, presi dalla paura e dalla rabbia, quelli che pensano di essere normali continuano ad alimentare i loro pregiudizi. Quello a cui dobbiamo pensare tutti insieme in fondo è che non ci può essere democrazia vera e vera uguaglianza di opportunità per tutti altro che in un mondo o in un Paese che crede davvero e fino in fondo nelle ragioni della pace. E’ lì che il discorso dei disabili, di una vera uguaglianza anche per loro, può trovare lo spazio che merita.


Gennaio 2003

 

 


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