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Registrazione n. 6/2001 - Tribunale di Reggio Calabria


Direttrice Responsabile: Paola Suraci


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Aprile 2003

 

 

Maggio 2003

 

 

 

26 maggio - Roma - Comunicato stampa dell'ANGSA - DUE DI GIUGNO 2003: GIORNATA NAZIONALE DELL’AUTISMO

   L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE GENITORI SOGGETTI AUTISTICI ONLUS, con sede a Roma, via Casal Bruciato 13, cap 00159, angsanaz@tin.it , anche quest’anno ha proclamato la giornata nazionale dell’autismo per il due di giugno.

   Le diverse associazioni regionali aderenti all’ANGSA promuoveranno manifestazioni tendenti a fare conoscere i problemi degli autistici e delle loro famiglie, circa 150.000 in tutta Italia.

   L’elenco delle piazze e delle manifestazioni sarà consultabile sulla segreteria telefonica dell’ANGSA (tel. 06 43587666) oppure visitando il sito: www.angsa.bbk.org

   Nei giorni 31 maggio, 1 e 2 di giugno, nel Parco Divertimenti di Mirabilandia di Ravenna, gentilmente concessa, il famoso personaggio di Pagot, Calimero il pulcino nero, in carne ed ossa, offrirà ai ragazzi la storia di  “Calimero e l’amico speciale”, di G. Ippolito, S.M. Ippolito e M. Gambatesa (reperibile sul sito ANGSA e su www.autismile.com).

   In questa storia Calimero insegna ai ragazzi come comportarsi di fronte a un “amico speciale” come un compagno autistico. Apposite schede didattiche allegate alla storia aiutano gli insegnanti a fare comprendere meglio la problematica trattata.

   L’auspicio per il 2003, anno dedicato alla persona con disabilità, è la sensibilizzazione dell’opinione  pubblica sul tema della ricerca delle cause specifiche dell’autismo e delle  sue terapie. Obbiettivo dell’iniziativa è costituire una fondazione per la raccolta di fondi per la ricerca, da devolvere agli scienziati per consentire la prevenzione e la cura di questa malattia tanto grave quanto poco curata.

   Prof. Carlo Hanau - Direttore de: Il BOLLETTINO DELL’ANGSA



22 maggio - Riportiamo dal Forum del nostro sito il seguente comunicato stampa - Un viaggio diverso...con il Treno contro il Pregiudizio - (per foto vedi sito: www.semplicemente.net )

   In occasione del 2003, dichiarato ANNO EUROPEO DELLE PERSONE CON DISABILITÀ, l’Associazione di Volontariato SempliceMente di Genova propone, su scala nazionale, un’originale campagna di comunicazione sociale contro il pregiudizio nei confronti della disabilità intellettiva dal titolo: "Il pregiudizio è il vero handicap".

   Per quest’ iniziativa l’Associazione SempliceMente utilizza un voluminoso allestimento scenografico: un originale treno, carico di pupazzi di cartapesta, lungo trenta metri ed alto sei , composto da sette carri e trainato da una simpatica locomotiva a “bolle di sapone” guidata da Pinocchio (www.semplicemente.net).

   Il Treno è stato costruito dai ragazzi disabili dell’Associazione SempliceMente e raccoglie i pensieri e le riflessioni di circa 1100 bambini, contro il pregiudizio e l’indifferenza.

   Il “TRENO CONTRO IL PREGIUDIZIO”, è il mezzo con cui i bambini stessi hanno scelto di proporsi come costruttori di un mondo libero dal pregiudizio, per contribuire al cambiamento di un contesto sociale adulto, troppo spesso indifferente.
   I lavori dei bambini sono il risultato di Progetti Formativi diversi, ideati e realizzati da SempliceMente nelle scuole materne ed elementari di Genova e Provincia (Direzione Didattica di Genova -19 Terralba con le scuole materne Alice…e p.zza Solari e le scuole elementari Marconi e p.zza Solari; Direzione Didattica di Cicagna con le scuole della Valfontanabuona).



19 maggio - Bologna - Riceviamo e volentieri pubblichiamo - E CON QUESTO COSA VOGLIO DIRE…NON LO SO ! - Un percorso di vent’anni tra handicap a diversabilità - di Claudio Imprudente

   Prima di dare una definizione della parola disabilità credo che potrebbe essere utile andare un po’ a ritroso: considerare i termini che l’hanno preceduta nel percorso di evoluzione storico-culturale di cui è stata protagonista. Innanzitutto vorrei specificare che stiamo parlando di termini che la nostra società usa per definire e inquadrare gruppi di persone che si caratterizzano per delle “mancanze” sia fisiche sia mentali. E’ importante considerare i termini a cui è affidato il compito di definire: è proprio attraverso le parole infatti che si crea la cultura. Il loro uso si situa a sfondo di “modi di pensare” e interpretare le persone e le cose che, inevitabilmente, influisce sul nostro rapportarci e relazionarci ad esse.

   Un tempo, anche non troppo lontano, i termini più in voga erano “idiota”, “cretino”, “deficiente”, “imbecille”; tutti venivano usati indistintamente per riferirsi a persone che non rispondevano ai parametri di normalità socialmente diffusi e accettati. Il problema è che nel giro di ben poco quelle parole sono state utilizzate per offendere, quindi hanno perso la loro funzione originaria, seppur molto discutibile, per diventare veri e propri insulti. Poi probabilmente ci si è resi conto di come fossero espressioni che potevano dar luogo a malintesi di vario tipo o che potevano andare a ferire la sensibilità; si è scelto allora di sostituirli con definizioni in grado di esprimere la “mancanza oggettiva” della persona, per esempio “non vedente”, “muto-leso”, “cerebroleso”, “spastico”, “mongoloide”, “invalido” e così via. In questo modo definendo una persona si metteva in primo piano il suo deficit, ciò che nel suo corpo non andava. Non c’è da stupirsi che queste parole siano diventate delle vere e proprie parolacce. Era necessaria una rivoluzione terminologica per proporre un termine che potesse valere come definizione unica capace di inglobare tutte quelle espressioni particolari usate correntemente.

   E’ interessante la scelta fatta, “handicappato”, e vorrei quindi dedicarvi una riflessione a parte. Nemmeno questo termine è riuscito a non diventare nel tempo e nel linguaggio corrente un’offesa. Io lavoro come educatore per il “Progetto Calamaio”, una equipe di animatori, diversabili e non, che propone percorsi di formazione alla cultura delle diversità nelle scuole, a ragazzi, insegnanti e genitori. Mi capita spesso di entrare in classe e di assistere anche a momenti di svago dei ragazzi, prima o dopo i nostri incontri; li osservo interessato e ogni tanto sento frasi come “bravo, hai vinto un mongolino d’oro” oppure “Che handicappato che sei!”e quando si rendono conto e si ricordano della mia presenza mi guardano con visi imbarazzati e impacciati, con i loro occhi chiedono pietosamente “scusa”. Io con un sorriso li assolvo e spero che finito il ciclo di incontri in corso si ravvedano un po’ sull’uso che fanno delle parole  e capiscano l’importanza di dare loro il giusto peso.

   La seconda riflessione riguarda una distinzione fondamentale tra handicap e deficit compiuta dal mio amico Andrea Canevaro, professore di Pedagogia Speciale presso la facoltà di Scienze della Formazione all’ Università di Bologna. Il deficit è un dato oggettivo, una mancanza certificata, ad esempio la sordità, e l’handicap è la difficoltà, lo svantaggio che il deficit procura alla persona oltre ad essere determinato anche dall’ambiente esterno anche gli ostacoli che questa incontra nell’ambiente. Detto questo possiamo considerare le due classi principali di parole che designano la persona con deficit: la prima classe (handicappato, portatore di handicap, persone in situazioni di handicap) evidenziano l’handicap; la seconda (disabile, non vedente, motu-leso, eccetera) evidenziano il deficit. Per quanto riguarda la prima classe, vorrei evidenziare come il termine handicap abbia due accezioni, una positiva, l’altra negativa: quest’ultima è tradotta con le parole svantaggio e ostacolo. All’handicap così inteso dobbiamo dichiarare guerra, dobbiamo lavorare per ridurlo, perché questo è possibile, perché realmente possiamo agire su ciò che è handicappante, che determina svantaggio. Oltre a questa accezione negativa di ostacolo, svantaggio, la parola handicap invece ne ha una che apparentemente non sembra positiva, ma in realtà lo è: difficoltà. Quindi handicappato è un termine che genera confusione perché:

   1) sposta l’attenzione sul risultato piuttosto che sulla causa (sull’handicappato piuttosto che su chi, o cosa, è handicappante);

   2) viene usato per definire chi ha un deficit quando sarebbe più corretto riferirlo a tutte le persone, anche i normodotati, che entrano in rapporto col deficit. Il risultato evidente è che si crede che l’handicap sia un problema di una categoria di persone (gli handicappati e le loro famiglie) o di chi si occupa di handicap per lavoro (i terapisti, i medici, eccetera);

   3) non considera il significato positivo dell’handicap, cioè la difficoltà.

   Una dizione che ha il pregio di distinguere tra handicap e persona è “portatore di handicap”. Anche qui però non si tiene conto del fatto che tutti sono potatori di handicap per cui non si centra l’obbiettivo di distinguere chi ha un deficit da chi non ce l’ha. Tra l’altro “portatore di handicap” può essere un termine fuorviante perché sembra che questa persona necessariamente porti gli handicap con sé, quando invece un disabile può benissimo aver superato alcuni handicap. E’ evidente che se un disabile non riesce a raggiungere il secondo piano di un edificio perché ci sono le scale e non c’è l’ascensore, in questo caso non è lui che ha portato l’handicap ma lo incontra nell’ ambiente esterno.

   La seconda classe di termini, abbiamo detto, hanno a che fare con il deficit, si tratta di quelle espressioni che sottolineano appunto la presenza del deficit: in-abile, dis-abile. Questi termini hanno il pregio di non confondere tra handicap e deficit e anche se sembrano più crudi, perché impietosamente vanno ad individuare la presenza di un deficit, in realtà dicono le cose come stanno o come sembra che stiano. Questo credo sia il punto chiave. Sicuramente la presenza di un deficit può ledere alcune abilità della persona, ma in molti casi, attraverso l’intervento di un adeguato programma educativo e la disponibilità di ausili, una persona con deficit può essere abile in modo diverso, raggiungendo in parte o totalmente gli stessi obiettivi di una persona normodotata.

   Quello però che non mi piace del termine “disabile” è il suo mettere l’accento sulle non abilità, creando una cultura del dis-valore. Il termine disabile è un biglietto da visita che parte già male. E’ come se uno bussasse alla porta e vi dicesse: “Buongiorno: sono una persona non-abile”. Credo che si debba fare ancora un passo avanti nella evoluzione terminologica e creare, perché no, un neologismo: quello che propongo è una rivisitazione della parola disabile e una sua rivalutazione in “diversabile”. Cambia poco: un prefisso diver- anziché dis-. Non si sottolineano le “non abilità” ma le abilità diverse perché bisogna cambiare la cultura del dis-valore per passare a una logica del valore diverso. Diversabile è una parola positiva e propositiva allo stesso tempo. Credo che adottare questo termine possa aiutare a considerare le persona con deficit in una prospettiva nuova, più attenta alla storia personale di acquisizione delle abilità e di superamento delle difficoltà. L’obiezione può essere: “Ma allora tutti siamo diversabili…” Certo che sì, ognuno con le sue caratteristiche e capacità di azione e pensiero che gli sono proprie e, per questo, distinte da quelle di qualunque altra persona.

   Si presenta un’altra possibile obiezione che riguarda l’assistenza se la persona è pensata come diversabile non per questo non ha più bisogno di assistenza, anzi. Non confondiamo: diversabile non significa necessariamente autosufficiente. Quello che cambia però è il modo stesso di pensare a questa assistenza e di metterla in atto: l’assistenza esiste, ed è necessaria, ma tiene conto delle potenzialità della persona che possono essere sfruttate in pieno. Se vogliamo possiamo fare ancora un passo avanti. Considerare anche le abilità della persona che viene assistita può voler dire, ed è auspicabile che lo sia, che quell’opera di assistenza si tramuti in vera e propria relazione al cui interno c’è anche la modalità dell’aiuto, ma sempre di relazione si tratta. E’ una prospettiva un po’ diversa: l’assistito diventa persona con la quale si instaura un rapporto. La relazione alla pari si crea con il contributo di tutte le parti; in certe situazioni questo contributo è messo a disposizione  incondizionatamente. Non lo trovate affascinante? Dobbiamo insomma fare un salto di qualità che è insieme politico e culturale. Attenzione però: se la persona diversabile non è disposta a giocarsi in una relazione autentica, uscendo dalla logica del mero farsi aiutare, non otterremo una vera reciprocità. Quasi mai si pensa che l’integrazione non è solo l’accoglienza da parte della “normalità” del “diverso”, ma anche il “diverso” deve accogliere la “normalità”. Il diversabile deve accettare i propri deficit, averne consapevolezza, e fare in modo che l’handicap non influenzi negativamente il rapporto con un’altra persona, che a sua volta si sforza di fare altrettanto: entrambi devono accettare i propri limiti.

   Per ritornare poi al termine, sappiamo come “diversabile” contenga alcune imperfezioni, almeno quanto “disabile”. Queste imprecisioni però hanno almeno il pregio di infondere un po' di ottimismo in più senza per questo cadere nell’errore di dimenticarsi del deficit e dell’handicap. Il diversabile non è normodotato, almeno quanto il disabile! Diversabile poi non è la parolina magica che automaticamente cambia le cose: può però forse cambiare il nostro modo di percepirle, e già questo è un modo di cambiare, è un punto di partenza. E’ un po' la vecchia storia della bottiglia mezza piena e mezza vuota: il contenuto della bottiglia è lo stesso nei due casi, ma in uno si sottolinea la mancanza, la vuotezza, il deficit (la disabilità), nell’altro si sottolinea la presenza di qualcosa, di potenzialità, di possibili abilità. Certo una bottiglia mezza piena non è uguale ad una bottiglia piena, però suggerisce che lo può diventare aggiungendovi degli elementi, non tanto in uno spirito di imitazione della pienezza, quanto in uno spirito creativo. La sangria per esempio, si ottiene dall’aggiunta sapiente di ingredienti prelibati a…un mezzo bicchiere di vino! Il deficit del mezzo vuoto è invece la constatazione di un segno meno nel confronto con la “pienezza” normodotata.

   Quest’anno duemilatre in corso è stato proclamato “Anno europeo delle persone con disabilità”: è una bella iniziativa. Soprattutto se pensiamo che il 1981 era stato proclamato come “Anno internazionale degli handicappati” possiamo dire che un bel passo avanti è stato fatto. Adesso siamo nel 2003 e stiamo vivendo l’ ”Anno europeo delle persone con disabilità”; magari nel 2025 saremo contenti perché vivremo l’ ”Anno mondiale delle persone diversabili”…ma io propongo una sfida: perché non indire l’ ”Anno universale del normodotato grave”? Un anno dedicato a tutti coloro che, per amore del proprio sé, non sono capaci di voltare lo sguardo per vedere chi vive accanto a loro, non sono in grado di cogliere e apprezzare tutte le differenze e potenzialità di ciascuna persona. Sono coloro che pur di non vedere volgono lo sguardo altrove e così stanno tranquilli. Penso che al mondo esistano attualmente tre normodotati gravi: uno abita in America in una certa Casabianca, uno non si sa bene dove sia finito, forse ancora in Iraq e l’altro l’abbiamo proprio in Italia verso Roma, ma consentitemi di lasciarlo indovinare o scegliere voi.

di Claudio Imprudente - claudio@accaparlante.it - Presidente dell’Associazione “Centro documentazione Handicap” di Bologna - www.accaparlante.it - a cura di Alessandra Pederzoli - alessandra@accaparlante.it



18 maggio - Rende (CS) - Calabria Civica chiede il pieno finanziamento della Legge Regionale n. 8/1999 che riconosce il diritto al rimborso delle delle spese sostenute da chi è costretto a curarsi fuori regione

   Questo il contenuto del comunicato stampa diramato nei giorni scorsi che propone inoltre che venga costituito un fondo per particolari presidi sanitari oggi non più ricompresi nei cosiddetti "livelli essenziali di assistenza", che troppo spesso sono stati interpretati, in Calabria, come "livelli minimi".

   Questa è la richiesta che Calabria Civica rivolge alla Commissione Bilancio e al Consiglio Regionale della Calabria in queste ore impegnati nell'esame del Bilancio della Regione.

   Ora è il momento delle decisioni. I consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione devono assumersi le proprie responsabilità circa la negazione o meno di diritti fondamentali nella nostra regione.

   Per quanto riguarda le cure fuori regione il diritto al rimborso, sancito formalmente alcuni anni fa, è stato di fatto sospeso da oltre un anno ed è da allora, con un'azione costante, che Calabria Civica ne chiede il ripristino.

Lo abbiamo fatto anche durante la campagna contro la legge indecente dei portaborse (vedi modello raccolta firme allegato), lo abbiamo fatto in diversi incontri con la Presidenza del Consiglio e della Giunta Regionale, con l'Assessore regionale alla Sanità, con il Dipartimento ai Servizi Sociali, con tanti rappresentanti di forze politiche e sociali. Ma oggi non è più il momento delle rivendicazioni e delle richieste, né degli impegni generici: è il momento delle decisioni e dell'assunzione di responsabilità. Decisioni che spettano alla massima istituzione regionale. Decisioni rispetto alle quali nessuno dei consiglieri regionali può dire "non sapevo", "non c'ero" o dimostrarsi distratto. Invitiamo ciascuno di loro a prendere posizione.

   Per quanto riguarda i livelli di assistenza bisogna porre fine alla precarizzazione dei diritti nella nostra regione (ci si riferisce in particolare alla questione dei costosissimi vaccini antiallergici, oggi non più rimborsati in Calabria, o dei cibi aproteici per gli uremici a rischio di entrare in dialisi) istituendo un fondo ad hoc. Fra l'altro un intervento del genere avrebbe conseguenze positive sulla salute della popolazione (si pensi, ad esempio, ai cosiddetti malanni di stagione) e quindi ridurrebbe addirittura i costi per le cure a carico del Bilancio regionale.

   Assistiamo in Calabria, ogni giorno, a sprechi di denaro pubblico per manifestazioni, iniziative, assunzioni di personale più o meno improbabili, per non parlare dei monogruppi (e vorrebbero anche aumentare per Statuto il numero dei consiglieri regionali con collaboratori annessi...): non trovare il modo per sostenere economicamente chi più vive una situazione di bisogno e di sofferenza è veramente intollerabile.

Per questo è per noi indispensabile una decisione da parte di chi ha il dovere di decidere, e che affermi un diritto senza che vi sia bisogno a retorici e poco dignitosi appelli ai potenti di turno.

                                                           Il presidente di Calabria Civica   Gianni Malgeri



17 maggio - Lamezia Terme (CZ) - Rinnovate le cariche del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti della Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap della Calabria

   Si è Svolto il 10 giugno scorso il Congresso della FISH Calabria ed é stato eletto il nuovo Consiglio Direttivo e il nuovo Collegio dei Revisori dei Conti. Le altre cariche: due vice presidenti di cui uno vicario, il Tesoriere e il Segretario e per il Collegio dei Revisori dei Conti, il Presidente, saranno eletti ai primi incontri utili dei rispettivi organismi che, presumibilmente saranno convocati per i primi di giugno. 

 

   Il Consiglio Direttivo eletto é composto da:

  1. Coppedé Nunzia 

  2. Barbuto Rita

  3. Ciccarelli Maurizio

  4. Loiacono Pasquale

  5. Hyerace Franca

  6. Saffioti Giuseppe

  7. Laface Costantino Marcello 

  8. Tiberi Antonio

  9. Nasone Domenico

 Collegio dei Revisori dei Conti:

  1. Corasaniti Antonio

  2. Tommaso Marino

  3. Ferrari Rossella

   Al termine delle operazioni di scrutinio la presidente uscente che, probabilmente, sarà riconfermata nella carica, ha ringraziato la squadra che l'ha accompagnata nel suo ultimo mandato, ed in particolare a coloro che non sono rientrati nel nuovo gruppo dirigente, con la speranza comunque di continuare a lavorare insieme, con la stessa passione, al di la delle cariche, poiché la forza  della FISH sta nel coinvolgimento e nella partecipazione di tutti. Auguri a tutti i rieletti e ai nuovi eletti.



08 maggio -Rende (CS) - COMUNICATO STAMPA di LIBERA Coordinamento di Cosenza c/o Calabria Civica

  Occorre essere eroi per combattere la mafia? No, ognuno di noi può fare qualcosa: cittadini, associazioni, istituzioni. Ognuno nell'ambiente in cui opera e vive, ognuno con il suo comportamento può e deve contrastare le logiche mafiose e promuovere la giustizia sociale: questo il messaggio lanciato dalla Carovana Nazionale Antimafia in Calabria.

  E' stato soprattutto un incontro di forte intensità emotiva, ma anche di grande partecipazione quello che si è svolto questa mattina tra i ragazzi delle scuole di Rende e Rita Borsellino, vicepresidente nazionale di Libera e sorella di Paolo Borsellino.

Sul prato verde davanti alla scuola media "G.Falcone" di Rende, in una cornice di colori e di musiche, con la presenza di diverse associazioni, realtà civiche e rappresentanti istituzionali, in mezzo a tantissimi studenti, dalle elementari alle superiori, si è svolta così la prima tappa calabrese della Carovana Nazionale Antimafia (che nel pomeriggio prosegue per Lamezia e vedrà domani altri appuntamenti a Polistena e a Marina di Gioiosa Jonica per concludersi il 10 maggio a Reggio Calabria).

  Dopo la presentazione dell'iniziativa a cura di Peppino Curcio, coordinatore per Cosenza di Libera, il saluto del vicesindaco di Rende, Chiappetta (il Comune ha fortemente sostenuto l'iniziativa) e gli interventi dei presidi Falcone e Ferraro, è iniziato il dialogo tra Rita Borsellino e i ragazzi.

  Nel dialogo, che si è svolto sul filo del racconto, sotto l'incalzare delle domande dei ragazzi (da quelle più ingenue, dirette e piene di voglia di sapere dei bambini a quelle più complesse e problematiche dei ragazzi delle superiori), Rita Borsellino ha dato vita ad una rilettura dell'ultimo periodo della nostra storia ricco di significati coniugando grandi temi sociali e civili (il perchè della presenza della mafia, come fare a combatterla, le ragioni dei delitti di Falcone e Borsellino) con la semplicità e la forza di un vissuto straordinario (la scoperta dell'impegno civico, il dolore per la morte che si trasforma in lotta per la vita di tanti e insieme a tanti, la testimonianza che diventa speranza di cambiamento).

  Oggi Paolo Borsellino era a Rende. C'erano le sue parole, c'era il suo impegno, "c'era – come ha ricordato Rita Borsellino – il suo ottimismo, che si fondava sulla speranza verso i ragazzi con cui era solito dialogare".

  Certo una giornata che resterà nelle menti e nei cuori di chi ha partecipato e che darà una forte spinta alla crescita civile delle nostre città calabresi. Un'iniziativa che i promotori di Libera a Cosenza intendono ripetere: la Carovana riprenderà il suo viaggio in autunno nella convinzione che saranno sempre di più quelli che entreranno a farne parte.



 

07 maggio - Lamezia Terme (CZ) - Due eventi importanti per la FISH Calabria - Otto maggio 2003, avvio della  Campagna di informazione, sensibilizzazione e denuncia contro la Censura e per Per i Diritti Umani e Civili di auto -tutela e auto-rappresentan- za dei cittadini con disabilità della Calabria.

   L’evento si svolge nell’ambito della Carovana Antimafie organizzata da “LIBERA”. Le Associazioni del lametino aderenti alla federazione allestiranno un punto raccolta firme sul Corso Giovanni Nicotera davanti allo Scolastico – Nicastro dalle ore 15.00 alle ore 19.00. La Campagna è auto-finanziata, verrà chiesto un contributo di € 2,00 per ogni firma.

   Con la Campagna contro la censura  dei Diritti Umani e civili di auto-tutela e auto-rappresentanza dei cittadini con disabilità della Calabria, la FISH Calabria chiede di partecipare attivamente alla politica d’inclusione delle persone con disabilità. Nello specifico esige di poter proporre e negoziare con la Regione Calabria e gli Enti locali strategie politiche che garantiscano una migliore qualità della vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

   Le norme europee riconoscono il diritto di partecipazione attiva delle persone con disabilità, come principio di non discriminazione e di tutela dei Diritti Umani e Civili; le Leggi nazionali riconoscono il pieno diritto di partecipazione attiva alla vita sociale, politica e culturale dei cittadini con disabilità, favorendo la loro inclusione sociale; la Regione Calabria, al contrario, censura il Diritto Umano e Civile di auto-tutela e auto-rappresentanza dei cittadini con disabilità

   La campagna che si apre alla vigilia del Congresso ordinario e straordinario della FISH Calabria girerà nei prossimi mesi, nelle piazze della Regione, per raccogliere le 5000 firme necessarie.

   Il primo appuntamento è per l’otto maggio, la FISH Calabria invita tutti i cittadini della Calabria a firmare e a contribuire per la buona riuscita dell’iniziativa, alfine di raggiungere l’obiettivo ambito dai cittadini con disabilità della Calabria di poter “essere, dire e contare”, lasciandosi dietro il ruolo di “soggetto assistito” che calpesta la sua dignità di persona e lo rende invisibile.

   Dieci maggio 2003, Congresso ordinario e straordinario della FISH Calabria Onlus . Il Congresso si svolgerà a Lamezia Terme in Via A. Reillo, 5 presso la Sala Sintonia della Comunità Progetto Sud. I lavori hanno inizio alle ore 9.30, la chiusura del Congresso è prevista per le ore 17.00.

   All’ordine del giorno il piano di azione delle attività da svolgere nel 2003/2004, il rinnovo delle cariche, il nuovo assetto della FISH Calabria sul piano provinciale e locale.

   Seguirà al Congresso ordinario il Congresso Straordinario per le modifiche statutarie, necessarie per l’attuazione dell’organizzazione delle FISH Provinciali

   Lamezia Terme 07/05/03

 FISH Calabria Onlus 

La Presidente - Nunzia Coppedé

Via A. Reillo, 5 – 88046 – Lamezia Terme (CZ)

Tel. 0968/462419 Fax 0968/462520 - E-mail fishc@fishcalabria.org



6 maggio - Bologna - Comunicato stampa - A Villa Pallavicini dal 15 al 17 maggio c’è “Sportivamente”, manifestazione per uno sport libero e creativo

   Il Centro Documentazione Handicap di Bologna e la Fondazione Exodus di Don Antonio Mazzi, in collaborazione con CSI Bologna, Polisportiva Antal Pallavicini e Polisportiva Atletico Borgo Panigale LA sez. UILDM di Bologna ed il centro studi Erickson, organizzano per il 15, 16 e 17 Maggio la seconda edizione di “Sportivamente – fuori dallo stadio”. Si tratta di una tre giorni di sport che si svolgerà negli impianti sportivi di Villa Pallavicini, Cavina e nelle strade del quartiere Borgo Panigale.

   La presentazione della manifestazione è prevista per giovedì 15 maggio alle ore 17,00 al campo Cavina dove, dalle ore 18.00, si esibiranno in un triangolare di calcio le rappresentative dei consiglieri comunali, dei sindaci della pianura e del CDH.

   Tra il pomeriggio di venerdì 16 e il pomeriggio di sabato 17, sono previsti esibizioni o tornei di calcio, calcio in carrozzina, basket, pallavolo o beach volley, hockey e basket in carrozzina, Lotta-danza.

   Sabato 17 maggio alle ore 17.00 nelle strade intorno alla sede del CDH di via Legnano 2 a Borgo Panigale si svolgerà la seconda edizione del Campionato Mondiale Bolognese Segreto di “Pallastrada”, il gioco ideato dallo scrittore Stefano Benni che sarà presente all’incontro.

   Lo spirito dell’intera iniziativa è quello di far praticare sport all’insegna della più totale accoglienza ed integrazione, indipendentemente dalle capacità di chiunque, come espressione di una cultura sportiva che dia spazio alla fantasia ed alla creatività.

   A tal proposito è stato anche ideato un concorso per le scuole dal titolo “Inventa e racconta un gioco”, la cui premiazione avverrà a Villa Pallavicini venerdì 16, durante il convegno sul tema “La creatività sportiva come strumento di educazione ed integrazione sociale” (inizio ore 9.30).

   A conclusione di questa vera e propria festa dello sport e dello stare insieme la sera di sabato 17 a Villa Pallavicini vi sarà una esibizione di Syria, durante la quale sarà presentato il libro di Claudio Imprudente “Una vita imprudente”, alla presenza di Don Antonio Mazzi, fondatore della Comunità Exodus.

    Per informazioni: Giovanni Preiti - 051.641.50.05 - 347.09.76.119



3 maggio  - Reggio Calabria - L'A.GE.DI. presenta il Progetto Mercurio - UN CONTRIBUTO ALLA CONDIVISIONE TRA LE DIVERSE ABILITA' DEGLI ALUNNI COINVOLTI - Prevista la collaborazione del comando dei vigili del fuoco.

   L’A.GE.DI. onlus (Associazione Genitori di Bambini e Adulti Disabili – organismo non lucrativo di utilità sociale) presente sul territorio dal 1986, in concomitanza della proclamazione del 2003 quale Anno Europeo della Disabilità, presenta il PROGETTO MERCURIO iniziativa approvata dall’Assessorato  U. O. Istruzione e Sport nell’ambito delle iniziative inerenti il Diritto allo Studio e Sicurezza scolastica.

   Il “Progetto Mercurio”, ha lo scopo di favorire la consapevolezza delle proprie risorse da parte di bambini e ragazzi disabili e  sensibilizzare i compagni di classe alla conoscenza e all’accettazione della disabilità.

   L’obiettivo è di condurre i ragazzi ad una comprensione di realtà diverse e giungere alla cultura della condivisione e della partecipazione ai problemi dei diversamente abili, attraverso un percorso didattico - educativo, mediante incontri tematici che offrano stimoli e suggestioni per riconsiderare l'immagine dell' handicap alla luce di alcuni contenuti fondamentali.

   In riferimento alla sicurezza degli alunni nelle scuole  l’A.GE.DI. si propone, con la collaborazione di personale volontario del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, un approfondimento sulle dinamiche di intervento nei casi di emergenza e di pericolo che si potrebbero determinare a causa di imprevedibili eventi naturali (es.: terremoti) con particolare attenzione alle procedure di aiuto tra compagni.

   Il progetto si rivolge ad alunni delle scuole di ogni ordine e grado nell’ambito territoriale del Comune di Reggio Calabria. Sono previsti, nel corso del mese di Maggio p.v. una serie di incontri strutturati presso gli Istituti che hanno aderito all’iniziativa.



02 maggio - Rende (CS) - Comunicato stampa di Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie Coordinamento di Cosenza - FARA' TAPPA A COSENZA IL PROSSIMO 8 MAGGIO LA CAROVANA NAZIONALE ANTIMAFIA - Organizzata da Libera, Avviso Pubblico e ARCI, in collaborazione con l'UNIPOL Assicurazioni, la Fondazione CESAR e la FISAC-CGIL Toscana, per continuare a dare impulso all'impegno contro le mafie, farà tappa a Cosenza.

   La Carovana, avviata a Roma lo scorso 22 febbraio, ha quest'anno come tema "in Viaggio per la legalità e la giustizia sociale". In Calabria abbiamo pensato di aggiungere un messaggio particolare: "dalle parole ai fatti", perchè crediamo in una società fondata sulla giustizia e sulla legalità, a partire dalla forza dei fatti che, le Istituzioni, gli organismi dello Stato, i singoli cittadini, le associazioni e le diverse realtà dell'attivismo civico e sociale, al di là di ogni parola, sono in grado di realizzare.

   In Calabria la Carovana dopo Cosenza - Rende proseguirà per Lamezia Terme nel pomeriggio dell'8 maggio, mentre il 9 sarà a Reggio Calabria e il 10 maggio a Marina di Gioiosa Jonica e a Polistena.

   Per quanto riguarda la tappa cosentina, la Carovana si fermerà a Rende dove verrà accolta alle ore 9.30 davanti alla scuola media statale Giovanni Falcone, in Via Buenos Aires a Villaggio Europa. Nello stesso luogo si terrà un incontro pubblico dalle ore 10.00 alle ore 12.30, dedicato in particolare alle scuole, a cui parteciperà, unitamente alle autorità e alle associazioni locali, la vice presidente nazionale di Libera, Rita Borsellino, da anni impegnata in una attività non solo di testimonianza, ma anche di azione concreta che prosegue, idealmente, l'opera di Paolo Borsellino.

Lo spirito della carovana è, infatti, quello di essere occasione d'incontro e di riflessione per le comunità e, soprattutto, di discussione con i cittadini, in particolare con gli studenti, sui temi dell'illegalità e delle mafie. La mafia e la 'ndrangheta sono da ostacolo alla crescita della nostra terra. Partecipare a questa manifestazione vuole rappresentare un piccolo contributo di consapevolezza. Siamo convinti, infatti, che la conoscenza di questi fenomeni di illegalità diffusa, è la modalità principale per affermare la nostra contrarietà e favorire la loro sconfitta.

   La Carovana è composta da due camper attrezzati con mostre e materiale didattico e informativo, che invitiamo a visitare. L'educazione alla legalità passa attraverso un quotidiano lavoro, che passa dalla scuola al mondo del lavoro ed alle amministrazioni della cosa pubblica. Pretendere ed attuare in prima persona, anche nelle piccole cose, legalità e giustizia, aderire ad un modello di vita etica e civile, sono le utopie che muovono le coscienze e fanno crescere una civiltà e costruire insieme una Comunità Solidale.

   Nell'occasione sarà possibile aderire o rinnovare l'adesione per il 2003 a Libera.

Il Coordinatore di Libera di Cosenza Peppino Curcio

Libera c/o Calabria Civica - Via F. Todaro, 85 – 87036 Rende (CS) - Tel. e fax 0984.402158 e-mail: libera@calabriacivica.it



Aprile 2003

 


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Ultimo aggiornamento:

09/06/03


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